Giovedì 21 Novembre 2024

Mattarella scioglie le Camere: "Nessuna prospettiva di maggioranza". Si vota il 25 settembre

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. "Come è stato ufficialmente comunicato, ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver firmato il decreto di scioglimento delle Camere. "La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere - ha sottolineato il capo dello Stato -. Il Governo ha presentato le dimissioni. Nel prenderne atto ho ringraziato il Presidente del Consiglio Mario Draghi e i Ministri per l’impegno profuso in questi diciotto mesi". "È noto che il Governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo Governo che sarà determinato dal voto degli elettori - ha spiegato Mattarella -. Ho il dovere di sottolineare che il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale e, in particolare, dell’aumento dell’inflazione che, causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese. Interventi indispensabili, dunque, per fare fronte alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali, soprattutto per quanto riguarda i nostri concittadini in condizioni più deboli. Indispensabili per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese. Indispensabili per la sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale". "A queste esigenze si affianca - con importanza decisiva - quella della attuazione nei tempi concordati del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cui sono condizionati i necessari e consistenti fondi europei di sostegno - ha proseguito il presidente -. Né può essere ignorato il dovere di proseguire nell’azione di contrasto alla pandemia, che si manifesta tuttora pericolosamente diffusa. Per queste ragioni mi auguro che - pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale - vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia".

Elezioni, simboli il 12-14 agosto, liste il 21-22 agosto

Le elezioni politiche si svolgeranno domenica 25 settembre. Pertanto i simboli e i programmi andranno presentati al Viminale tra venerdì 12 e domenica 14 agosto. Le liste, i candidati per i collegi uninominali e le firme per i partiti non esentati andranno presentati nelle Corti d’Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto.

Le parole di Draghi questa mattina

«Grazie per questo... Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato». Mario Draghi sorride sobrio e commosso, mentre metà emiciclo a Montecitorio lo applaude (immobili 5S, Lega e FI) prima che annunci che sta per salire al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani di Mattarella. Le dimissioni il premier le aveva già comunicate ai suoi ministri prima che fosse lasciata cadere la sua richiesta di un nuovo patto per ripristinare l’unità nazionale. La risposta di Conte, Salvini e Berlusconi è stata un no rotondo. Dopo la Gelmini, anche Renato Brunetta dice addio a Forza Italia: «Non sono io che la tradisco, ma è Fi ad aver tradito sè stessa». Il Pd, con Enrico Letta, denuncia «ci hanno lasciati soli» e riflette sulla crisi del campo largo, mentre ripartono le grandi manovre al centro. Matteo Renzi chiama ad un «grande rassemblement che, in nome dei principi di questi mesi di governo Draghi, dica sì all’Europa e no a i sovranisti». Il centrodestra si è ricompattato sul voto anticipato ma già si divide su chi dovrà essere il condottiero. "Meloni? Non c'è nessun volto del centrodestra, si vedrà quando si andrà a votare. Avremo un programma politico ed economico, fondamentale la scelta Europeista e Atlantista, il nostro principale interlocutore sono gli Stati Uniti», gela le attese di Fratelli d’Italia il coordinatore di Fi, Antonio Tajani.  

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