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L'asfalto inquina più delle auto? Ecco le alternative ecologiche

Studi recenti mostrano che l'asfalto, riscaldandosi nelle giornate estive, può inquinare più delle auto, emettendo una grande quantità di aerosol organico secondario. Per contrastare questo problema, aziende come MacRebur nel Regno Unito e Iterchimica in Italia stanno sviluppando soluzioni innovative, come l'utilizzo di rifiuti plastici non riciclabili o l'impiego di grafene e plastiche rigide riciclate nella produzione di asfalto, riducendo le emissioni e migliorando la durabilità delle strade.

Da decenni, nell'ambito della lotta all'inquinamento, l'attenzione si concentra giustamente sui gas di scarico delle auto.  Ma c'è un elemento insidioso sulle nostre strade che è stato sottovalutato: l'asfalto.

Si tratta di un materiale composto principalmente da bitume, una miscela viscosa che si ottiene dalla raffinazione del petrolio grezzo.

Secondo diversi studi, due dei quali condotti dall’Università di Yale e dall'Istituto Max Planck in alcune circostanze l’asfalto deteriorala qualità dell'aria più delle automobili stesse.

In giornate roventi dei mesi estivi, infatti, il manto bituminoso raggiunge temperature tra i 40 e i 60 gradi, ed emette il 300% in più di aerosol organico secondario, una delle componenti delle polveri sottili. È noto che un'esposizione prolungata a queste emissioni nocive può causare numerose patologie acute e croniche all'apparato respiratorio.

Un dato particolarmente preoccupante considerando che le strade asfaltate costituiscono circa il 45% del totale nelle nazioni più sviluppate, come l'Italia. E' chiaro che il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature medie globali  rischiano di aggravare ulteriormente la situazione.

Negli ultimi anni, si stanno mettendo a punto diverse soluzioni alternative per ridurre l'impatto ambientale della pavimentazione stradale.

L’azienda britannica MacRebur, ad esempio, utilizza rifiuti plastici non riciclabili per migliorare l’asfalto impiegato in diversi Paesi del mondo, dall’Australia al Bahrain.

Anche l’Italia è all’avanguardia su questo fronte, grazie a Gipave, un prodotto innovativo brevettato dall'azienda bergamasca Iterchimica, frutto di una ricerca durata sei anni e condotta in collaborazione con A2A, l’Università di Milano Bicocca e Directa Plus. Si tratta di un composto innovativo che contiene grafene e plastiche rigide riciclate, provenienti da oggetti come giocattoli, cassette della frutta e custodie per cd.

Gipave, già utilizzato all'aeroporto intercontinentale di Roma-Fiumicino, viene impiegato dal gruppo industriale Astm per ripavimentare sull’A4 Torino-Milano 250 km delle corsie di marcia lenta. Riducendo drasticamente le emissioni di gas serra, entro il 2026 nascerà così la prima autostrada verde in Europa.

Pur avendo costi superiori al manto stradale convenzionale, i materiali ecologici vantano una resistenza maggiore, una durata più lunga e una minore necessità di manutenzione, permettendo di ammortizzare le spese nel giro di pochi anni.

Ecopneus, infine, è un consorzio italiano che si occupa della raccolta e del riciclo di pneumatici fuori uso. La gomma rigenerata, tra le numerose applicazioni, come piste di atletica, aree di gioco all'aperto e isolanti acustici viene utilizzata anche da alcuni produttori per la realizzazione di asfalti modificati.

Questa tecnica, oltre a ridurre il rumore del traffico urbano, aumenta la sicurezza grazie al drenaggio ottimale e alla maggiore aderenza. Secondo i dati forniti da Ecopneus, nel nostro Paese sono già state realizzate con questo materiale oltre 680 km di strade.

Guardando al futuro, è essenziale scegliere le soluzioni migliori per favorire un modello virtuoso di economia circolare, sostenibile e rispettoso dell'ambiente.

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