Antonio Megalizzi, il giovane reporter italiano rimasto gravemente ferito alla testa nell’attacco al mercatino di Natale di Strasburgo, è morto. Lo apprende l’ANSA da fonti francesi.
Anche fonti della Farnesina confermano che Antonio Megalizzi, il giornalista italiano rimasto gravemente ferito nell’attentato a Strasburgo, è morto.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito «una inaccettabile tragedia» la morte di Antonio Megalizzi e ha espresso la sua «profonda tristezza». «Sono particolarmente vicino - ha aggiunto Mattarella - al dolore della famiglia, della fidanzata e degli amici del giovane reporter italiano vittima dell’odio criminale e del fanatismo propugnato dal sedicente «Stato islamico».
«E' una notizia che ci rattrista molto. Un pensiero di grande affetto e molto commosso va alla sua ragazza, ci dobbiamo unire tutti in questo dolore». Lo afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. «Profondo dolore per la morte di Antonio #Megalizzi, un giovane con una grande passione per il giornalismo, per la radio, per le inchieste e per le istituzioni europee. Un pensiero commosso ai suoi familiari e alla sua ragazza, insieme alla solidale vicinanza di tutto il Governo», ha poi scritto su Twitter il premier.
«Purtroppo siamo costretti a confermare che il nostro collega Antonio ci ha lasciati. I nostri pensieri vanno alla famiglia e a tutti i suoi amici e colleghi. Vi preghiamo di rispettare il momento doloroso». Lo scrive su Twitter Europhonica, la radio per cui lavorava il giornalista Antonio Megalizzi.
La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti, assieme alle loro rappresentanze di Trento e Bolzano, si stringono attorno alla famiglia di Antonio Megalizzi, colpito a morte dai colpi di un "signore dell’odio e del terrore" a Strasburgo. «Voleva raccontare il mondo e favorire la conoscenza di quelle diversità e differenze che sono la ricchezza dell’Europa unita. Diversità e differenze che sono, invece, odiate dall’integralismo fanatico di ogni natura e colore. Il nome di Antonio Megalizzi entra, purtroppo, di diritto nell’elenco di chi ha perso la vita perché
aveva scelto di essere «guardiano di verità», lo affermano, in una nota, FNSI, Ordine dei giornalisti, Associazione Regionale di Stampa e Ordine del Trentino Alto Adige.
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