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Migranti, il capitano di Sea Watch: "Entro a Lampedusa". Salvini: "Chi sbaglia paga"

«Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo». Così la comandante della Sea Watch, Carola Rackete. In 14 giorni, lamenta la ong, «nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra comandante non ha scelta».

La nave dunque dà corso all’intenzione di violare il divieto di ingresso nel territorio italiano. Ieri decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo ha detto no alla richiesta di sbarco, ma questo non è servito a fermare l'Ong che aveva anche lanciato una raccolta fondi per poter pagare la multa in caso di sbarco.

Immediata la reazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «L'immigrazione non può essere gestita da navi fuorilegge: siamo pronti a bloccare qualunque tipo di illegalità. Chi sbaglia, paga. Il comandante sappia che l’autorizzazione allo sbarco non c'è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra»

«Chi se ne frega delle regole ne risponde - ha aggiunto il ministro su facebook -, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi».

E non si fa attendere neanche la reazione delle forze politiche di opposizione che, quasi all’unisono, hanno deciso di partire per Lampedusa per dare supporto all’equipaggio e favorire lo sbarco. «La Seawatch ha scelto di entrare a Lampedusa. Questa sera insieme a una delegazione del Pd e di altri gruppi sarò anche io lì, a ringraziare l’equipaggio per aver salvato delle vite umane. E a contrastare la barbarie di chi chiude i porti», dice il deputato Pd, Matteo Orfini.

«Ora più che mai non si può lasciare sola SeaWatch. Il sostegno dato nei mesi scorsi a Open Arms e RescueMed oggi si rinnova con ancora più vigore per Carola, il suo equipaggio e i naufraghi a bordo. Restiamo umani», sottolinea Nicola Fratoianni de La Sinistra.

Anche +Europa invia suoi rappresentanti nel porto di Lampedusa: il deputato Riccardo Magi, contattato dall’AGI, informa di essere già sull'isola: «Ho deciso di venire a Lampedusa per manifestare sostegno e vicinanza ai naufraghi, all’equipaggio della Sea Watch 3 e anche a chi, come don Carmelo La Magra, da giorni chiede alle istituzioni italiane un po' di umanità», sottolinea Magi, «voglio seguire da vicino l’evolversi della situazione che mostra anche la prima applicazione del decreto Sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale».

E sul caso si è espresso anche monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino: è un «discorso di umanità», dice all’AGI Nosiglia ribadendo la solidarietà della diocesi e confermando che «la chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema».

Il caso tiene ormai banco da giorni e ieri a Palermo è stata una notte di protesta sul sagrato davanti alla Cattedrale, organizzata sulla scia di quella che da giorni va avanti a Lampedusa e viene guidata da don Carmelo La Magra. Sit-in anche a Catania dove in piazza Duomo si è svolta la manifestazione sotto lo slogan: "Fateli scendere ora!".

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