Sono sbarcati all’1.30 i migranti di nave Alex di Mediterranea ormeggiata. Un applauso liberatorio è partito dal molo Favarolo di Lampedusa.
Una svolta arrivata dopo la notifica del sequestro probatorio della nave da parte della Guardia di finanza, al capitano Tommaso Stella, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I migranti, 46 secondo quanto confermato da fonti di Mediterranea, sono stati condotti all’hotspot dove si trovano già in tanti dopo i ripetuti sbarchi 'fantasma'.
Intanto, nella serata di ieri la Alan Kurdi ha cambiato rotta verso Malta, lasciando le acque al largo di Lampedusa. "Non possiamo aspettare finchè lo stato di emergenza non prevale», fa sapere la ong Sea Eye. «Ora - aggiunge Sea Eye - Sì deve dimostrare se gli altri governi europei appoggiano l’atteggiamento dell’Italia».
Malta però ha deciso di negare alla nave Alan Kurdi dell’ong tedesca Sea Eye, con 65 migranti a bordo, l’accesso alle acque territoriali. Il governo ha incaricato le forze armate di «intraprendere le azioni appropriate se la nave dovesse entrare» entro le 12 miglia dall’arcipelago. Già a dicembre, gennaio e aprile scorsi la nave era stata nelle acque maltesi. Ad aprile venne autorizzata ad entrare nel porto della Valletta e a sbarcare i naufraghi raccolti in acque libiche, ma solo dopo essere rimasta al largo per 11 giorni in attesa di un accordo tra Paesi europei per la redistribuzione dei migranti.
Un esposto alla Procura di Agrigento sulle procedure che sono state seguite nei confronti della Alex, l'imbarcazione alla quale era stato intimato dalle autorità italiane di recarsi a Malta come "porto sicuro", è stato presentato dai legali di Mediterranea Human Savings prima ancora dell'approdo a Lampedusa. Lo ha detto all'ANSA il capo missione Erasmo Palazzotto, parlamentare di Leu.
"Ancora non ci è stato notificato nulla. Siamo assolutamente sereni perchè convinti di avere operato correttamente e perchè abbiamo già presentato un esposto alla magistratura. Diciamo che questa volta siamo arrivati prima della Guardia di Finanza". Così il capo missione di Mediterranea Erasmo Palazzotto, commenta la decisione del Viminale di fare sbarcare tutti i migranti a bordo della Alex, sequestrare l'imbarcazione e indagare tutto l'equipaggio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Scoppia l’hotspot di Lampedusa dove nella notte sono giunti i 46 di nave Alex di Mediterranea. Rispetto a una capienza di 97 persone, spiega il sindaco Totò Martello, i migranti presenti superano il numero di 200, consequenza dei mini sbarchi che si susseguono sull'isola. «Dovrebbere restare 24-48 ore secondo le norme - accusa - ma restano a lungo. Non si capisce se abbiano trasformato il centro in ben altro... Ce lo spieghino».
Il Viminale «non ha agito da solo e non ha rifiutato la collaborazione di altri ministeri, a partire dalla Difesa, tanto che 'Alex' aveva una interlocuzione aperta anche con Guardia di Finanza e Guardia Costiera». E' quanto fanno sapere fonti del Ministero dell’Interno.
Il problema, affermano le fonti del Viminale, è che la barca della Ong «si è sempre rifiutata di entrare in acque maltesi e pretendeva di essere accompagnata dalle autorità italiane fino a 15 miglia nautiche da La Valletta, per poi allontanarsi immediatamente ed evitare i controlli e la legge di un paese membro dell’Unione europea. È per questo che le operazioni si erano bloccate, costringendo gli immigrati a inutili ore di attesa in mezzo al Mediterraneo». Dal punto di vista del Viminale, «era irrinunciabile l’arrivo di Alex sull'isola. Diversamente, le nostre Forze Armate si sarebbero trasformate in tassisti del mare a servizio della Ong, un film già visto prima del 2017 e che aveva consentito il moltiplicarsi degli sbarchi in Italia».
Il ministero dell’Interno ribadisce che il rispetto per i militari italiani «è totale, proprio per questo ritiene debbano essere utilizzati per compiti coerenti con la propria missione, come la protezione della legge e dei confini». Le fonti fanno notare come lo stesso vicepremier e ministro Matteo Salvini non perde occasione per ringraziare le donne e gli uomini in divisa, "che per difendere le leggi e l’onore dell’Italia arrivano a rischiare la vita come successo in occasione della scellerata manovra della SeaWatch3».
Dal Viminale si ribadisce: «Finanza e Marina Militare avrebbero potuto intervenire su Alex, sgravandola dagli immigrati a bordo, a patto che la ong arrivasse in porto a Malta. Invece i signori della Ong di sinistra hanno preferito perdere ore di tempo in mezzo al Mediterraneo per pretendere "nessuna attività coercitiva». Cioè l’impunità. Il capitano di Alex ha quindi invocato lo «stato di necessità» per forzare i confini nazionali confidando in un orientamento benevolo della magistratura».
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