Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'omicidio del personal trainer a Roma, forse la droga dietro la rapina

Luca Sacchi

Sacchi finisce nel cuore della notte alla periferia di Roma. Fermati gli autori dell’omicidio del giovane personal trainer, freddato con un colpo di pistola alla testa fuori ad un pub di Roma. La svolta alle indagini, che ha portato al fermo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ventenni del quartiere San Basilio, è arrivata nel tardo pomeriggio del 23 ottobre quando la madre di Del Grosso, autore materiale dello sparo, si è presentata in un commissariato della Capitale. «Mio figlio ha fatto una cazzata», le parole della donna che ha portato polizia e carabinieri del Nucleo Investigativo sulle tracce dei due.

Oltre al fermo la novità è legata alla dinamica dei fatti: l'omicidio, infatti, si è consumato dopo un tentativo di rapina legata alla vendita di hashish, che Anastasia, la fidanzata di Sacchi, aveva chiesto ai due di procurarle. Ma la quantità di soldi che la ragazza aveva nello zaino ha spinto i due a scipparla. Poi il tentativo di difesa da parte di Luca finito nel sangue. E c'è da chiarire il giallo della presunta presenza di un quinto uomo sulla scena del delitto, forse un complice dei pusher.

Nel cuore della notte, quindi, la «caccia all’uomo» ha subito una drastica accelerazione. Uno degli aggressori, Valerio Del Grosso, autore dell’omicidio, è stato rintracciato in un residence mentre l’altro, Paolo Pirino, nell’abitazione della fidanzata. Hanno entrambi precedenti: Del Grosso per botte alla ex, Pirino per droga. L’auto con cui si sono dati alla fuga, una Smart di colore bianco, è stata posta sotto sequestro. Del Grosso avrebbe ammesso i fatti: per gli inquirenti gli elementi di colpevolezza raccolti sono stati sufficienti per disporre il fermo. L’arma utilizzata per colpire a morte Sacchi non è stata ancora trovata mentre in un campo alla periferia della Capitale è stato individuata la mazza da baseball con cui gli aggressori hanno colpito Anastasia.

Domani verranno interrogati dal gip nell’ambito dell’udienza di convalida Nei loro confronti il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Nadia Plastina contestano i reati di concorso in omicidio, rapina aggravata e detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo.

Una indagine-lampo che però ha fatto emergere una dinamica differente: i due fermati erano stati avvicinati da Sacchi e dalla fidanzata ucraina perché in cerca di droga. «Avete i soldi?», hanno chiesto i pusher e quel punto Anastasia ha aperto lo zainetto che conteneva del denaro: parecchie banconote,  sicuramente superiori all’acquisto di una singola dose al punto che gli inquirenti stanno effettuando verifiche su questo aspetto e sulle parole della giovane dette nelle ore successive al fatto. Del Grosso e Pirino si sono, quindi, offerti di procurare lo stupefacente per poi ritornare armati di pistola e
rapinare la ragazza. Alla reazione di Luca, Del Grosso ha impugnato l’arma e colpito al capo il 24enne personal trainer.

Gli aspetti ancora da chiarire sono legati al perché i due presunti pusher fossero lì in auto e se sulla scena del delitto fosse presente una terza persona.

«Gli accertamenti che l’autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati. Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno lo riconosca, ma rappresentarla come Gotham City...», ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli. Per la fidanzata di
Luca, però, la droga non c'entra nulla. «Non c'entra niente - ha affermato la giovane babysitter -. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub. Luca non ha mai incontrato gli spacciatori, non li conosceva. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto "dammi sto zaino".

Resta il dato di un giovane di 24 anni morto ammazzato dopo una serata al pub. La sindaca della Capitale, Virginia Raggi afferma di provare «rabbia e vergogna». «La vergogna», secondo Raggi «è vedere che si specula su una morte. La vergogna è anche quella di doversi trovare costretti a rispondere e scrivere queste righe per dire che Roma non è il far west e i cittadini romani non sono dei banditi». Parole con cui la sindaca ha voluto replicare a Matteo Salvini che augurandosi il carcere a vita per i «due assassini» si è detto «particolarmente vicino ai cittadini di Roma, una città ferma, bloccata, sporca, insicura e con un sindaco totalmente incapace».

Caricamento commenti

Commenta la notizia