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Omicidio Sacchi, ritrovato lo zaino di Anastasia ma senza denaro

Luca Sacchi

«Non volevo uccidere, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa». Valerio Del Grosso, autore materiale dello sparo costato la vita a Luca Sacchi, nelle ore successive ai fatti ha raccontato a più persone quanto avvenuto fuori al pub di Colli Albani.

«Ho fatto una cazzata, li volevo solo spaventare», ha confidato agli amici dopo avere «letto sui giornali» quanto avvenuto. Parole che inchiodano il 21enne ma non riescono a chiarire del tutto il contesto in cui si è consumato l’omicidio. Per il gip di Roma, che ha convalidato il fermo per lui e per Paolo Pirino, ci sono pochi dubbi: la volontà di ammazzare è «indiscutibile».

Restano però ancora da chiarire alcuni punti. In primo luogo capire dove sono finite le mazzette di denaro, da 20 e da 50 euro, che erano nello zainetto di Anastasia e che non sono state trovate. Sarebbe stato accertato invece chi procurò il contatto con i pusher, «una conoscenza intima» di Luca Sacchi che per primo si incontrò con i mediatori di Valerio Del Grosso, il giovane che ha sparato a Luca.

Nell’ordinanza emessa dal giudice vengono citati una serie di testimoni che ricostruiscono ore e minuti precedenti
all’aggressione. Dalle parole di chi si trovava in via Mommsen emerge che il «contatto» con la rete di pusher gestita da Del Grosso era un amico di Sacchi: un pregiudicato per reati di droga che quella sera era entrato in contatto con gli spacciatori perché in cerca di un quantitativo di marijuana.

Uno dei testimoni ha affermato che «al momento dell’esplosione del colpo di pistola» all’interno del pub era presente anche lui che però si è allontanato «prima dell’arrivo dei carabinieri». Lo stesso uomo viene citato da altre due persone: un testimone ha riferito che, «incaricato da Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare, come convenuto, della 'merce'» incontrò in via Latina alle 21,30 proprio «l'amico intimo» di Sacchi «al quale si presentava come inviato di Valerio».

Il giudice quindi ricorda che «in quel contesto, una donna aveva lasciato uno zaino» con soldi divisi «in mazzette da 20 e da 50 euro». Accertata la presenza del denaro, la ragazza (si tratta di Anastasia, fidanzata di Sacchi ndr) «aveva ripreso lo zaino mentre arrivava subito Del Grosso che parlava» con l’amico di Sacchi «di 'erba' che sarebbe andato a prendere per portarla sul posto».

Questa ricostruzione è stata confermata da un secondo testimone. «All’acquisto della marijuana erano interessati tre ragazzi e una ragazza visti davanti al pub» e mentre Del Grosso e Pirino si sono «allontanati per andare a prendere lo stupefacente» i due testimoni sono entrati nel pub «con il loro contatto», l’amico intimo di Sacchi. Rintracciato dagli inquirenti il pregiudicato ha «confermato la sua presenza» nel locale «in compagnia di Luca e Anastasia» ha, però, «negato di conoscere Del Grosso e i due testimoni».

Leggendo le carte dell’indagine, coordinata dal procuratore Michele Prestipino, resta il «giallo» del denaro che Anastasia aveva con se nello zaino: si tratta di una cifra cospicua, forse una sorta di «fondo» messo su da più persone. Un’ipotesi questa che farebbe pensare a quel denaro come una sorta di banca per un acquisto per interposta persona.

I soldi al momento non sono stati trovati mentre è stato recuperato lo zaino, il portatessere e il portafogli con la patente di Anastasia, un guanto in lattice blu contenente un bossolo esploso e la mazza da baseball di colore nero in metallo usata per colpire Anastasia. La ragazza, al momento non indagata, non è stata ancora convocata in procura per essere ascoltata anche se i pm hanno intenzione di risentirla.

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