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L'esplosione ad Alessandria, il proprietario della cascina: "Il movente è l'invidia"

L'esplosione a Quargnento

C'è una lista di nomi nelle mani dei carabinieri del comando provinciale di Alessandria, guidati dal comandante Michele Angelo Lorusso, che stanno lavorando alla ricerca dell’autore della tremenda esplosione che nella notte tra lunedì e martedì ha ucciso tre vigili del fuoco e ferito altri due pompieri e un carabiniere nella cascina di Quargnento, vicino ad Alessandria.

L’elenco dei possibili sospetti è quello che Giovanni Vincenti, proprietario dell’immobile, dice di aver riferito ai militari che lo hanno sentito a poche ore dalle deflagrazioni. Nel fascicolo aperto dalla procura per omicidio plurimo e crollo doloso non sono per ora iscritti degli indagati. Le ipotesi al vaglio sono ancora numerose e il perimetro del lavoro investigativo è molto più ampio e non è sicuramente confinato alla «serie di situazioni» che Vincenti ha rappresentato, indicando nella «invidia» il movente della tragedia.

«Sono distrutto dal dolore per questi tre ragazzi che sono morti sotto le macerie di casa mia, dove abbiamo vissuto in armonia e amore per tanti anni», ha spiegato oggi in lacrime l'imprenditore, raggiunto al telefono, volendo anche sgomberare il campo dalle voci di dissidi profondi con il figlio. «Quella dei dissidi familiari è la cattiveria più grossa che potevano dire, - ha raccontato l’uomo - io non ho problemi con mio figlio assolutamente».

Non nella famiglia, ma nei dintorni di quella tenuta squarciata dalle deflagrazioni andrebbero cercati, secondo Vincenti, i colpevoli: «Io negli anni ho subito diversi atti dolosi - ha aggiunto - non siamo mai stati ben acquisiti da quel paese da quando ci siamo trasferiti, siamo una famiglia un po' riservata, per questo non abbiamo mai avuto grossi rapporti con il vicinato». Esclusa sin da subito la pista eversiva, si continua a lavorare a tutto campo.

«La magistratura indagherà e confidiamo che quanto prima se ci sono dei colpevoli avranno un nome e un cognome», ha detto oggi il premier Giuseppe Conte. E il lavoro investigativo ruota intorno a bombole del gas, collegate a timer probabilmente impostati su orari successivi. Un ordigno 'fai da te', come lo ha definito oggi il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri che coordina l’inchiesta, ma dall’enorme potenziale distruttivo.

Nella giornata di oggi sono proseguiti i certosini accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma sulle macerie in cui si è trasformata la scuderia crollata, in cui sono morti i vigili del fuoco Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. Si cercano ulteriori elementi che possano meglio orientare gli inquirenti. Così come sono continuati gli interrogatori di potenziali testimoni, vicini e persone che orbitano o hanno orbitato intorno a quella cascina di via San Francesco e alla famiglia Vincenti.

La procura ha anche disposto l'autopsia sui corpi delle tre vittime, che si è svolta nel pomeriggio, per determinare se la morte è stata causata per schiacciamento o per asfissia. Si attende quanto prima il nullaosta per i funerali previsti nel Duomo di Alessandria, preceduti da una camera ardente allestita nella sede del comando provinciale di Alessandria. La tragedia ha suscitato un’ondata di commozione e dolore che si è levata da tutta Italia di cui si è fatto interprete anche Papa Francesco che ha ricordato con una preghiera i tre vigili del fuoco italiani.

Migliorano intanto le condizioni di salute dei feriti. Il caposquadra Giuliano Dodero, ricoverato nell’ospedale di Alessandria, è stato sottoposto ad un’operazione alla gamba che 'è riuscità. Nel nosocomio di Asti, dove si è recato in visita il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Giovanni Nistri, il vigile del fuoco Graziano Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo, che sarà operato venerdì, non destano preoccupazione.

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