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Coronavirus, psicosi in tutta Italia fra falsi allarmi e corse all'acquisto di mascherine

Allarme e psicosi viaggiano a braccetto nella popolazione mondiale che sta seguendo da alcuni giorni con attenzione (almeno da quanto viene riferito dai media) l'evolversi della diffusione del Coronavirus targato Wuhan.

Il numero delle persone contagiate (non solo in Cina) aumenta nonostante la sinergia delle nazioni di tutto il mondo, allertate dalla conferma della pericolosità del virus da parte dell'Organizzazione mondiale della Sanità.

Via a decaloghi sulle buone maniere per evitare il contagio e corsa sfrenata all'acquisto delle mascherine, limitatamente (per fortuna) nelle zone dove è comparso il virus.  In giro con la mascherina, dunque.

All'indomani dell'accertamento dei primi due casi di Coronavirus in Italia, e precisamente a Roma, nel quartiere Esquilino, la 'Chinatown' della Capitale, si iniziano ad incontrare persone che camminano indossando mascherine, anche a far shopping. Nel quartiere che si dipana attorno a piazza Vittorio in molte farmacie, inoltre, si registra il tutto esaurito di mascherine.

"Finite da alcuni giorni - riferisce una farmacista  -. Se prima venivano solo cinesi, adessoa si è creato il 'panico' anche tra gli italiani, tanti sono venuti a chiedercele. E' finita anche l'Amuchina...". "Da questa mattina le abbiamo finite anche noi, ma arrivano continuamente. Le vendiamo a pacchi anche da 50 o 100 mascherine tutte insieme - sostiene il gestore di un'altra farmacia -. Le acquistano soprattutto cinesi e supponiamo che possano mandarli anche in Cina. Ormai qui tanta gente ha iniziato a girare con la mascherina sul viso. Da quando i media hanno iniziato parlare tanto di questo virus si è creata una sorta di psicosi".

Da più parti viene fuori la volontà di frenare la psicosi: c'è chi decide di mangiare nei ristoranti cinesi, occupando i tavoli di quelle sale che registrano un evidente calo di prenotazioni di appassionati del 'chinese food'. E c'è  chi lancia un curioso ritrovo culinario: "Mi pare che ci sia anche un po' di psicosi, non vorrei allarmare eccessivamente. Anzi, proprio a questo proposito il prossimo sabato farò la 'Colazione col sindaco' in via Sarpi, il cuore della Chinatown milanese",  ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala per dare "un segno di tranquillità".

Da Milano a Palermo dove un turista cinese che alloggia in un hotel del centro storico è stato accompagnato da un'ambulanza del 118, che ha seguito il piano attivato per i casi sospetti di Coronavirus, in ospedale. Lo conferma è arrivata  dall'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. L'uomo, con sintomi influenzali, è stato portato nel reparto malattie infettive dell'ospedale Cervello per i controlli. Il protocollo del ministero della Salute prevede che le analisi siano fatte a Palermo e poi verificate dall'istituto Spallanzani.

L'assessore alla Salute, rimandando proprio alle disposizioni ministeriali applicate anche in Sicilia, sottolinea che "non bisogna andare direttamente al pronto soccorso, ma rivolgersi ai medici di famiglia o ai numeri dedicati".

I due turisti cinesi risultati positivi (i primi casi confermati in Italia) hanno soggiornato albergo Palatino di via Cavour, a Roma . "L'albergo è aperto. Siamo lavorando regolarmente, siamo tranquilli. I due casi sono stati prontamente affidati all'ospedale Spallanzani", ha detto un dipendente dell'albergo.  "Qualche cliente è andato via, gli altri si trovano tranquillamente in albergo. Non abbiamo paura", le parole dell'impiegato dell'hotel.

Lungo lo Stivale serpeggia la psicosi e dal Molise arriva la testimonianza di chi dalla Cina non vuole muoversi. Nella città di Wuhan vive una ragazza di Frosolone (Isernia), trasferitasi in terra cinese due anni fa e dove lavora come traduttrice. Ha scelto di non rientrare in Italia e di attendere lì la fine dell'emergenza.

Intanto a Isernia, al Pronto Soccorso dell'ospedale 'Veneziale' hanno adottato tutte le procedure per fronteggiare eventuali cambiamenti della attuale situazione. Lucio Pastore, dirigente medico del presidio isernino puntualizza: "Abbiamo un collegamento diretto con lo 'Spallanzani'. Non c'è psicosi e, pertanto, il Pronto Soccorso non è preso d'assalto da pazienti con sintomi influenzali mal interpretati dagli stessi".

Falso allarme a Roma (non è l'unico come vedremo)  per una turista che ha fatto visita alla Rinascente. La cittadina asiatica di 57 anni ha accusato un malore all'interno del centro commerciale. Sul posto gli operatori 118 che l'hanno visitata e trasportata all'ospedale San Giovanni. Secondo quanto si è appreso, non presentava sintomi del Coronavirus. Momenti di paura anche su un pullman turistico diretto a Perugia. I passeggeri, spaventati, hanno richiesto l'intervento del 118 a Settebagni, a nord di Roma perché due turiste cinesi, che indossavano mascherine, dormivano e non riuscivano a svegliarle. Gli operatori hanno visitato le due donne che non presentavano sintomi del coronavirus.

Un altro falso allarme si sarebbe registrato in un albergo di via Genova, al centro, dove un uomo che aveva sintomi influenzali avrebbe riferito di essere stato recentemente a contatto con cittadini cinesi. Secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie, sul posto è intervenuti il 118 che lo ha trasportato all'Umberto I in quanto non avrebbe avuto la sintomatologia del Coronavirus.

Insomma la psicosi prova a prendere il sopravvento sui cittadini che temono il peggio anche quando arriva un semplice colpo di tosse. E se ci si affanna esageratamente all'acquisto di mascherine per difendersi dal coronavirus, a Hong Kong si indossano...bottiglie di plastica. E' la curiosa (ma necessaria) precauzione adottata da una cittadina di Hong Kong, immortalata in una foto. La carenza di mascherine protettive, evidentemente, spinge ad utilizzare metodi alternativi per evitare l'eventuale contagio. In questo caso, si tratta di una grande bottiglia di plastica che è stata tagliata e usata come casco.

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