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Green pass: 3,8 mln di lavoratori non vaccinati. Con lo stop ai tir a rischio la spesa degli italiani

Cresce la preoccupazione per diversi settori che da domani rischiano di andare in crisi con l'entrata in vigore dell'obbligo di green pass: dalla logistica ai servizi pubblici e alla famiglia. In alcuni comparti i lavoratori non vaccinati sono il 30%. E si temono file per i test anti-Covid.

Intanto, calano ulteriormente le prime dosi di vaccino (-23,2% in 7 giorni). Sono 3,8 milioni i lavoratori non vaccinati e questo rischia di provocare il caos tamponi. E’ quanto emerge dal report della fondazione Gimbe, che ritiene «non sufficiente la spinta gentile del green pass» e invita ora «a considerare l’obbligo vaccinale».
Oltre 175 mila tamponi rapidi al giorno e il crollo dei nuovi vaccinati - spiega Gimbe - indicano da settimane uno zoccolo duro di popolazione non intenzionata a vaccinarsi, tra cui 3,8 milioni di lavoratori. I modesti risultati ottenuti con la progressiva espansione del green pass e il rischio caos tamponi invitano a valutare l’introduzione dell’obbligo vaccinale.

 Con la progressiva estensione del green pass il numero dei tamponi antigenici rapidi è aumentato del 57,7% in un mese: la media mobile a 7 giorni è passata da 113 mila del 6 agosto a 178 mila il 7 settembre per poi stabilizzarsi tra 175mila e 185mila, documentando indirettamente l’esistenza di una fascia di popolazione non intenzionata a vaccinarsi.
Viceversa, la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati, dai quasi 172 mila del 12 agosto è progressivamente calata fino a quota 54 mila il 10 ottobre.
«La «spinta gentile» del green pass - commenta il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta - ha dunque avuto un’efficacia modesta nel contrastare l’esitazione vaccinale. Considerato che la certificazione verde viene rilasciata a 15 giorni dalla prima dose e vista l’imminente decorrenza dell’obbligo di green pass per i lavoratori, già da fine settembre doveva essere visibile una netta risalita dei nuovi vaccinati, ma così non è stato».

Con l’85% di camion e tir fermi, a rischio la spesa degli italiani

Con l’85% dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo stop di camion e tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, in riferimento alla protesta degli autotrasportatori per l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass. L’agroalimentare è il settore più sensibile perché, ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali, si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura per i quali va garantita la consegne. Le difficoltà dei trasporti, precisa la Coldiretti, minacciano le forniture di oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio da parte delle 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole presenti nel Paese. Una situazione che aggrava i nodi della filiera che parte dalle campagne dove l’obbligo del green pass scatta per circa 400 mila lavoratori, impegnati in questo momento nelle campagne dove è in pieno svolgimento la vendemmia, la raccolta delle mele e quella delle olive. «Per non lasciare marcire le produzioni sugli alberi è importante intervenire per facilitare l’accesso al lavoro di quanti sono in regola» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «l'attività agricola è legata ai cicli stagionali delle coltivazioni e non può essere fermata».

Mancheranno 80mila conducenti

Il green pass riverserà sulla testa delle imprese di autotrasporto più di 70 milioni al giorno. E' il calcolo di Trasportounito secondo cui i maggiori costi deriveranno dalla mancata produttività degli autisti che non saranno più impiegabili (e non sostituibili per carenza di personale). Secondo il segretario generale Maurizio Longo, "mancheranno all’appello circa 80.000 conducenti distribuiti su 98.000 imprese iscritte all’albo; ciò determinerà ritardi delle consegne, circa 320.000 ore/giorno in più rispetto allo standard giornaliero».

Green pass: Nas, 433 violazioni su oltre 8mila controlli

Dall’entrata in vigore della norma sull'obbligo del green pass, sono state ispezionate oltre 8mila attività e contestate 433 violazioni, delle quali 236 ai titolari di attività commerciali e servizi oggetto di obbligo di certificazione Covid, come ristoranti, bar, palestre, sale scommesse e mezzi di trasporto, ritenuti responsabili di omessa verifica del green pass. Emerge dalla campagna di controllo dei Carabinieri NAS sul rispetto dell’obbligo del green pass per l'accesso a determinate categorie di attività e servizi.Ulteriori 197 sanzioni sono state invece applicate nei confronti dei clienti per mancato possesso del certificato.

Green pass, Sbarra: governo valuterà riduzione costi

«Sul green pass abbiamo chiesto al governo di valutare l’opportunità di ridurre ulteriormente i costi dei tamponi e di sostenere impresa e lavoro sul tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il presidente del Consiglio ci ha assicurato che nelle prossime ore il governo deciderà anche eventuali iniziative in questo senso».
Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

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