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Corruzione e tangenti al porto, ai domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti e il suo capo di gabinetto. In carcere il manager Signorini

Disposto il sequestro di oltre 570 mila euro a carico di Paolo Emilio Signorini e Aldo e Roberto Spinelli

Giovanni Toti

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza. L'accusa è di corruzione e il fascicolo di indagine sarebbe stato aperto per presunte tangenti sul porto. La Guardia di finanza, secondo quanto si apprende, sta effettuando una serie di perquisizioni e acquisizioni nell’appartamento genovese del presidente della Regione, in piazza Piccapietra, alla presenza dello stesso governatore. Perquisizioni in corso anche negli uffici del Consiglio regionale, in via Fieschi.

A dare esecuzione all'ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) personali e reali emessa oggi dal gip del Tribunale di Genova, su richiesta della Procura depositata il 27 dicembre scorso, sono stati i militari del Comando Provinciale della guardia di finanza di Genova. Gli arresti domiciliari sono stati disposti anche per l'imprenditore del settore portuale ed ex presidente di Genoa e Livorno Aldo Spinelli.

Oltre a Toti e Spinelli, è coinvolto anche Paolo Emilio Signorini, già presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e indagato per corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio: per lui è scattata la misura della custodia cautelare in carcere. Signorini, oggi amministratore delegato di Iren, secondo l’inchiesta coordinata dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.

E' finito, invece, ai domiciliari anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione e braccio destro del Presidente della Regione Liguria. E’ accusato di corruzione elettorale, aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l'attività di Cosa Nostra. In particolare avrebbe agevolato il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. E’ accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione.

Misure anche per l’imprenditore Mauro Vianello e il consigliere di amministrazione di Esselunga, Francesco Moncada. Al governatore Giovanni Toti e al suo capo di gabinetto Matteo Cozzani è stato contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del '22, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona. Gli altri destinatari dell’ordinanza sono Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa e Venanzio Maurici.

Antimafia chiede l'acquisizione degli atti

La commissione parlamentare Antimafia ha chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza, che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e per Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro di Toti.

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