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Il Nord tropicale, il Sud desertico: in Italia 12 regioni a rischio. Calabria e Sicilia le più esposte

In Italia dodici regioni sono a rischio siccità, e il nostro paese nel 2022 ha perso metà delle sue risorse idriche medie. Siamo quarti nell’Unione europea per stress idrico. E nel mondo, un miliardo di persone vivono in paesi dove i deserti avanzano. Oggi, 17 giugno è la Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità, istituita dall’Onu nel 1994. Il riscaldamento globale, provocato dalle emissioni umane di gas serra, fa avanzare questi fenomeni. E non c'è da star tranquilli, neppure in Italia. Uno studio del think-tank The European House - Ambrosetti, diffuso in occasione della Giornata, segnala che nel 2022 nel nostro paese è stata registrata una perdita del 51,5% delle risorse idriche rinnovabili, rispetto alla media storica dal 1950.

Molte delle dodici le Regioni ad alto stress idrico sono al Sud. Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia sono le più esposte in assoluto. Seguono Campania, Lazio, Marche e Umbria, Toscana, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Nell’Unione europea, l’Italia è dunque il quarto Paese per stress idrico, con un indice di 3,3 su 5. Solo Belgio (4,4), Grecia (4,3) e Spagna (3,9) presentano valori peggiori. La siccità colpisce soprattutto due settori economici: l'agricoltura e l’idroelettrico. La produzione di miele si è ridotta del 70%, del 63% quella delle pere e del 60% le ciliegie. Con meno acqua nei bacini, si riduce la produzione elettrica da rinnovabili. Coldiretti calcola che quest’anno la mancanza d’acqua abbia già bruciato 33mila posti di lavoro nei campi di Sicilia e Puglia. Qui si stima un calo del 70% del grano, e si temono disastri su raccolta delle olive e vendemmia.

Federalberghi segnala che nell’Agrigentino sono già numerose le prenotazioni revocate dai turisti per paura di trovarsi in alberghi senza acqua. In Sardegna centinaia di trattori si sono messi in marcia stamani sulla costa orientale della Sardegna, prima tappa di un mese di mobilitazione annunciato da Coldiretti a causa dell’emergenza siccità.

Il report settimanale sulle risorse idriche dell’Anbi, l'associazione dei consorzi di bacino, racconta in questi giorni un’Italia spaccata in due. Il Nord è tropicale: piogge e nevi abbondanti lo hanno reso ricchissimo d’acqua, con laghi e invasi pieni, e fiumi con la portata sopra la media. Il Centro, e soprattutto il Sud, invece sono desertici. Piogge e nevi hanno registrato record negativi, e ora gli invasi sono semivuoti, i fiumi mezzi in secca. In Sicilia ed Abruzzo sono partiti i razionamenti, i raccolti sono a rischio.

Circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale e rischia la desertificazione. Seguono Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale di territorio a rischio desertificazione, compresa fra il 30% e il 50%. Altre 7 (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte) sono fra il 10% ed il 25%. Greenpeace fa la stessa analisi dell’Anbi. Le temperature salgono in tutta le penisola, soprattutto al Nord. Ma mentre nel Settentrione le piogge aumentano, al Centrosud diminuiscono. Così i suoli delle regioni italiane sono più poveri d’acqua rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Secondo l’Onu, sono circa 200 i Paesi ed almeno 1 miliardo le persone interessate dalla desertificazione. Tra quelli più colpiti ci sono Cina, India, Pakistan e diverse Nazioni di Africa, America Latina, Medio-Oriente, ma anche paesi europei come Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta e Italia.

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