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Bollani: ascoltare
è il vero spettacolo

"PARLIAMO DI MUSICA"
DI STEFANO BOLLANI
(MONDADORI, PP. 135, EURO 17,00)

 Il vero spettacolo è ascoltare. Elio delle Storie Tese è la "cosa più 'zappiana' che c'è in Italia. Lo smoking indossato dai direttori d'orchestra? Non ha più senso. Il suo sogno è costruire un concerto esattamente come la vita, includendo quindi anche l'ironia": Stefano Bollani spiega il bello delle sette note in 'Parliamo di musica', un libro in cui sfata insidiosi luoghi comuni. 

Come ad esempio, quello dello smoking indossato dai direttori d'orchestra che a suo giudizio "tiene a distanza il pubblico", ed è come se rivendicasse "un'appartenenza a una cultura vecchia di secoli". Bollani - che ha esordito a 15 anni e da allora ha partecipato a un centinaio di dischi e concerti in tutti i festival più importanti, suonando su palchi come la Town Hall di New York e alla Scala di Milano - dice la sua anche sull'opera: "Se tu vedi per strada uno che entra da farmacista cantando il suo dolore per venti minuti, lo fai internare", osserva con ironia. Per Bollani, l'opera appartiene a una cultura ormai lontana. Ma soprattutto sottolinea che "l'idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio cultura è una furbata. Spesso - scrive - è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di essere fra quelli che la 'capiscono'". E ancora: "avere gli strumenti per godere della musica significa riconoscere qualcosa che abbiamo dentro". 

La musica - spiega Bollani - è fatta di influenze spesso "invisibili", ma "fondamentali". Cita come caso limite Frank Zappa, che "cambiava venti atmosfere in uno solo brano". E indica in Elio e le Storie Tese, tra i big di Sanremo 2013, la cosa più 'zappiana' che esiste nel mondo. "Zappa massacra il country e Johnny Cash e colpisce i Beatles e Bob Dylan, mentre Elio deve colpire Paolo Vallesi e Amedeo Minghi". Bollani - già autore nel 2006 del romanzo La sindrome di Brontolo - è un musicista che adora giocare con le aspettative del pubblico, ma - precisa - "soprattutto con le mie".

 E così ama "semplificare un'armonia complicata e complicarne una semplice". In tutto questo l'humour è un elemento fondamentale: "E' una sorpresa perché ribalta la prospettiva", dice. "La musica - conclude Bollani, che nel 2011 ha ricevuto il Los Angeles Excellence Award per la cultura italiana nel mondo - è l'arte dell'ascolto. Ascoltare e parlare e insieme sentire quello che accade attorno. Ma - conclude con una punta di amarezza - la nostra società oggi insegna il contrario".

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