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Ligabue, la morte del figlioletto Leon e la rivalità con Vasco in "Una storia"

"Una storia". Quella che Luciano Ligabue, l'uomo oltre l'artista, ha raccontato al Corriere della Sera alla vigilia della presentazione della sua autobiografia (edita da Mondadori, sarà presentata in anteprima dal cantante il 5 maggio al Salone del libro di Torino, in collaborazione con Ogr).

La sua storia, dalla morte del figlioletto Leon, il secondogenito avuto dalla compagna Barbara. "Ce lo fecero vedere. Me lo ritrovai in mano: un affarino di un chilo coi tratti della mamma. L'ho fatto seppellire in un cimitero che ha un angolo chiamato degli angeli. Solo chi ci è passato capisce".

Poi la storica rivalità con Vasco Rossi, "una grande sofferenza... ma nulla e nessuno riusciranno a farmi diventare antipatico Vasco. l'ho sempre rispettato e sempre lo rispetterò". E ancora, l'incontro con Lucio Dalla, la nascita dell'amicizia con Pierangelo Bertoli.

Questo libro è sia la sua storia, quella più intima, personale e famigliare, sia un meraviglioso racconto che abbraccia la provincia italiana, dagli anni Sessanta ad oggi. Affrontando per iscritto il bilancio della sua esistenza, con l’eclettismo artistico che gli è proprio, il Liga esce dai comodi confini del classico resoconto biografico e tratteggia magistralmente situazioni, luoghi e persone, donando loro una dimensione romanzesca».

Ma il libro è anche un modo per raccontare dolori. "Raccontarli ed alleggerirli permette a qualcun altro di non sentirsi solo". «Nessun libro può contenere la vita di qualcuno. Ma i ricordi che contano sì. Con quelli ci si può provare», scrive Luciano Ligabue autore complessivamente di 22 album, tre film e sei libri.

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