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Beatrice Venezi contestata a Palermo, "Pluralismo sì, no alla dittatura del pensiero unico"

«Le polemiche mi hanno sempre accompagnato. Certo, nell’ultimo anno sono diventata, mio malgrado, particolarmente esposta, ma sono ampiamente formata e vaccinata. Nel caso specifico si tratta di tre persone su 85. E le pecore nere si trovano in tutte le orchestre». Così Beatrice Venezi, al quotidiano La Sicilia, sulle contestazioni di tre componenti l’Orchestra sinfonica di Palermo al Politeama Garibaldi che hanno messo in dubbio le sue competenze e da cui si sono dissociate le prime parti, alcune sigle sindacali e il sovrintendente della Fondazione, Andrea Peria.

Stasera torna sul palco del Teatro siciliano. I tre 'contestatori', dice, «non sono persone con cui mi interfaccio», lei lo fa «con la spalla, seguendo un ordine gerarchico». E rivela di avere «ricevuto e apprezzato molti messaggi e comunicati di sostegno da parte di persone che si sono esposte». «Personalmente - aggiunge - sono soddisfatta, anche perché questa è un’orchestra riconosciuta di professionisti con alcune punte di diamante». «La critica in sé - osserva - può essere anche legittima». Ma per Beatrice Venezia ci sono «stati toni che mal celano un’acredine da parte di queste persone» che «nascondono misoginia, ma anche ragioni politiche: basta vedere le aree a cui appartengono» che sono «diverse da quella che io, in qualche misura, rappresento, anche se da tecnico, senza avere mai preso una tessera di partito» quella che definisce l’area dei «conservatori». «E uno non ha il diritto di esprimere dei valori diversi? Ha diritto di esprimere solo una visione? Allora - sottolinea - siamo sotto dittatura. Io credo nel pluralismo, nella democrazia. Non ho mai scelto con chi lavorare o un collaboratore sulla base dell’orientamento politico, sessuale o religioso o per il colore della pelle. Io sono democratica veramente, sono la resistenza a questo tipo di dittatura del pensiero unico. E visto che al fascismo viene data sempre questa accezione di repressione degli altri, io non posso certo riconoscermi in una definizione di fascista. I fascisti sono altri. Io, come contraltare, in questo momento trovo gli sfascisti».

Sull''amichettismo' di sinistra citato da Giorgia Meloni dice: ««E cos'è l’alternativa al cambio generazionale o di mentalità? Direi sempre a un cambio di capacità, perché dall’altra parte c'è chi tende sempre a difendere lo status quo, ammantandolo di competenza e capacità. E invece abbiamo avuto dei soprintendenti che hanno fatto 57 milioni di debiti». «Che competenze avevano quando sono stati nominati? Parliamo di statisti? No - chiosa Beatrice Venezi - eppure hanno fatto il gioco dell’oca passando da un ente a un altro. Quindi non capisco veramente di cosa si stia parlando».

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