Pochi italiani in vacanza che per lo più rimarranno all'interno dei confini regionali. E chi si sposterà, soprattutto per andare a mare, si imbatterà in costi anche del 20% in più rispetto allo scorso anno a causa delle regole di protezione anti-coronavirus.
Ad aumentare, secondo il Codacons, così come riporta ilSole24ore.com, saranno ad esempio i servizi in spiaggia come ombrelloni, lettini, sdraio, parcheggi, cibi, bevande e tutti gli altri servizi offerti dagli stabilimenti balnerari. Stesso discorso per gli aerei (se potranno ripartire) e per ristoranti e altri locali pubblici. Dovendo distanziare le postazioni, stabilimenti e locali avranno meno possibilità di accogliere i clienti e quindi meno introiti e per sopperire a questi mancati incassi saranno spinti ad aumentare i prezzi. Lo stesso per le compagnie aeree. Secondo il Codacons le famiglie quindi si troveranno a dover spendere tra il 18% e il 20% in più, nonostante il bonus vacanze da 500 euro dello Stato per le famiglie (che scende a 300 per le famiglie di due persone e a 150 per i single).
Secondo il Codacons i rincari saranno dell’8% nelle strutture ricettive, 9% nei ristoranti, 15% aerei e 12% traghetti e navi. Non ci sono stime per gli stabilimenti balneari ma il fatto che si dovranno rispettare le distanze minime e quindi meno ombrelloni, meno sdraio, lettini e meno presenze significa minori guadagnani e conseguenti rincari. Senza contare i costi di materiale monouso e sanificazioni. Inevitabilità degli aumenti confermata anche dagli addetti ai lavori.
Gli alberghi in questa situazione sono ancora più in difficoltà: hanno tassi di occupazione delle camere bassissime e non possono permettersi rialzi, rischiando di rimanere vuoti. Solo una consistente crescita dei pernottamenti potrebbe permettere un progressivo aumento dei prezzi, ma al momento sembra un'ipotesi lontana.
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