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Ivanka Trump in corsa per la presidenza della Banca Mondiale, la rete insorge: "È nepotismo"

Ivanka Trump

Ivanka Trump in corsa per la presidenza della Banca Mondiale. La figlia-consigliera del presidente degli Stati Uniti è uno dei nomi allo studio per sostituire Jim Yong Kim, che si è dimesso a sorpresa a tre anni dalla fine del suo mandato. Fra i papabili sostituti, anche l’ex ambasciatrice americana all’Onu Nikki Haley, il numero uno dell’agenzia americana per lo sviluppo internazionale Mark Green e David Malpass, il funzionario del Tesoro responsabile per gli affari internazionali.

«Abbiamo ricevuto un significativo numero di raccomandazioni per buoni candidati e abbiamo avviato il processo di revisione», si è limitato a dire il Tesoro americano. L’indiscrezione del Financial Times ha fatto però insorgere la rete, che parla di "nepotismo" e condanna la sola idea che Ivanka possa essere considerata per tale ruolo, vista la sua «totale mancanza di esperienza».

Il nome di Ivanka era circolato anche per il ruolo di ambasciatrice all’Onu al posto di Haley, ma poi la scelta presidenziale è caduta sull'ex di Fox, Heather Nauert. Per consuetudine il presidente della Banca Mondiale è un americano: è cosi da quando l’istituto è stato fondato, anche perché gli Stati Uniti sono il maggiore 'azionistà con il 16% dei diritti di voto. Se la norma sarà rispettata, spetta al presidente americano nominare il successore di Kim.

Ma date le tensioni intorno alle ultime nomine, è possibile che il caso si traduca in uno scontro fra l’amministrazione e i paesi emergenti, che reclamano da anni un maggior peso all’interno dell’istituto. Se la scelta dovesse alla fine realmente cadere su Ivanka, che ha lavorato su alcuni progetti con Kim, le polemiche sarebbero scontate anche in America, che guarda già con scetticismo al ruolo della First Daughter.

Quando Kim fu scelto da Barack Obama, la sua nomina si scontrò in una prima assoluta con i candidati di Nigeria e Colombia. Ma alla fine Kim la spuntò. Anche ora sarebbero in corsa candidati di paesi emergenti. Fra questi Ngozi Okonjo-Iweala, l’economista nigeriana che sfidò Kim nel 2012, e Donald Kaberuka, ministro dell’economia del Rwanda ed ex presidente della Banca Africana per lo Sviluppo.

Kim lascerà ufficialmente l’incarico il primo febbraio. Ha motivato il suo addio a sorpresa parlando di un’offerta irrinunciabile che gli sarebbe arrivata, ma la sua è stata una presidenza molto contrasta, segnata da aspre critiche.

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