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Gaza, Israele si ritira dall'ospedale Shifa. Hamas si scusa per la guerra con la popolazione

L'esercito israeliano ha rimosso stamattina i carri armati dall'ospedale al-Shifa. I veicoli dell'esercito hanno lasciato il complesso ospedaliero, dove erano entrati due settimane prima.

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno sparato proiettili per coprire la ritirata dei carri armati e hanno lasciato il quartiere di al-Rimal per dirigersi a sudovest della città di Gaza, verso il distretto di Tel al-Hawa. Le Idf hanno confermato ufficialmente il ritiro. Il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza gestito da Hamas ha dichiarato di aver scoperto decine di cadaveri nell'ospedale. "I corpi di martiri, alcuni in stato di decomposizione, sono stati rinvenuti nel complesso e attorno all'ospedale", afferma il dicastero in un comunicato stampa precisando che ci sono danni materiali "molto significativi" su tutti gli edifici dello Shifa.

Israele, 600 i soldati rimasti uccisi dal 7 ottobre

Con la morte ieri del sergente maggiore Nadav Cohen in combattimento a Gaza è salito a 600 il bilancio dei soldati rimasti uccisi dal 7 ottobre scorso nella Striscia, in Israele e nei Territori palestinesi. Il numero di quelli morti dall'inizio delle operazioni di terra a Gaza è di 256, hanno reso noto le Forze di difesa israeliane (Idf). I palestinesi morti nella Striscia dal 7 ottobre sono finora circa 32.800, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

Hamas chiede scusa alla popolazione per sofferenze guerra

Hamas ha chiesto scusa per la prima volta agli abitanti della Striscia di Gaza per le sofferenze causate dalla guerra, in una lunga dichiarazione pubblicata ieri sera sul suo canale Telegram.
Il movimento islamista palestinese "si scusa" per le difficoltà causate dal conflitto contro l'esercito israeliano che dura da quasi sei mesi. Ma ribadisce anche il desiderio di continuare questa guerra che, secondo Hamas, deve consentire di ottenere "vittoria e libertà" per i palestinesi.

Il movimento al potere nella Striscia ha inviato "un messaggio di ringraziamento al popolo" palestinese, di cui riconosce "l'esaurimento". Hamas ha insistito sulle misure che ha cercato di mettere in atto per alleviare le difficoltà, in particolare tentativi di "controllo dei prezzi" entro i limiti delle sue capacità "vista l'aggressione in corso". Ha inoltre affermato di comunicare con "tutte le componenti" della società di Gaza, citando altri movimenti armati, "comitati popolari" e "famiglie" per "risolvere i problemi causati dall'occupazione" israeliana.

Stati Uniti e Israele terranno oggi un incontro virtuale per discutere le proposte alternative dell'amministrazione Biden all'invasione militare di Rafah, hanno detto ad Axios funzionari israeliani e statunitensi. Il meeting si svolgerà tramite una videoconferenza sicura, secondo le fonti del sito web di notizie americano. I funzionari israeliani citati da Axios hanno affermato che tenere un incontro virtuale è un modo per il premier Benjamin Netanyahu di "salvare la faccia" e discutere con la Casa Bianca su Rafah senza inviare una delegazione a Washington, come avevano chiesto invece gli Stati Uniti. Si prevede che il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, guiderà la parte americana nell'incontro, alla quale parteciperanno rappresentanti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e delle agenzie di intelligence statunitensi. Il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer e il consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi condurranno invece i colloqui da parte israeliana, con la partecipazione di alti funzionari della difesa e dell'intelligence. Una fonte israeliana di Axios ha annunciato che un secondo incontro avrà luogo di persona già la prossima settimana.

Benjamin Netanyahu è stato operato "con successo" all'ernia, comunica l'ufficio del primo ministro israeliano. E' "in forma e comincia a riprendersi", è stato precisato al termine dell'intervento eseguito ieri sera in anestesia totale. Nelle stesse ore migliaia di israeliani manifestavano a Gerusalemme per chiedere le dimissioni del premier e il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Ieri il movimento islamista palestinese ha detto di ritenere ancora "troppo distante" la posizione di Israele per "fare progressi" nei negoziati. Netanyahu ha affermato da parte sua che è Hamas ad aver irrigidito le sue posizioni sui termini di una tregua.

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