Dopo aver sfilato il tappeto sotto i piedi di Joe Biden, George Clooney appoggia Kamala Harris mentre Beyoncé le regala una canzone: «Siamo tutti entusiasti nel sostenere la vicepresidente nella sua storica impresa», ha detto il popolare attore che solo qualche giorno fa, con un op-ed sul New York Times, aveva messo una pesante ipoteca sulla candidatura del presidente ma ora, dopo l’uscita di scena, gli ha reso omaggio: «Ha salvato la democrazia».
Hollywood, che a parole aveva appoggiato Biden quasi fino all’ultimo per tirare poi un sospiro di sollievo quando ha annunciato il ritiro, nelle ultime ore ha fatto quadrato attorno alla candidata dem in pectore. Si è mobilitato anche il mondo della musica: pur non avendo ufficialmente dato il suo endorsement, Beyoncé, notoriamente difficile riguardo all’uso della propria musica, ha autorizzato in tempi record la campagna della Harris a utilizzare la canzone 'Freedom' (dall’album del 2016 'Lemonadè) da adesso fino al voto di novembre.
Nell’estate del 2020 Freedom fu l’inno non ufficiale delle marce Black Lives Matter dopo l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia di Minneapolis: la canzone sarà d’ora in poi la colonna sonora della corsa di Kamala verso l'Oval Office. La candidata l’ha già suonata facendo ieri il suo primo ingresso trionfale al quartier generale di Wilmington, in Delaware.
Con Queen Bey di fatto schierata nel campo della Harris, tutti gli occhi sono ora puntati su Taylor Swift: la cantante che ha smosso al rialzo il Pil e i cui fedelissimi fan ai concerti provocano terremoti, non si è ancora sbilanciata stavolta pur avendo nel 2020 appoggiato il ticket dem. Un cenno di Taylor e Donald Trump (la cui figlia Ivanka è una Swiftie al pari della nipotina Arabella) sarebbe fritto se è vero quanto sostengono alcuni sondaggisti che la cantante di 'Tortured Poets Department' avrebbe una potenza di fuoco elettorale calcolata intorno al 18%.
Intanto Trump continua ad aver problemi per la colonna sonora da impiegare ai comizi: lo hanno diffidato a farlo big come Adele, Bruce Springsteen, Neil Young, Pharrell, Queen, Rihanna e i White Stripes, mentre altri nomi della musica si sono fatti avanti a sostegno di Kamala: con una strizzata d’occhio al voto dei giovani, la britannica Charli XCX, che vive a Los Angeles metà dell’anno, ha dato su X alla vicepresidente della «brat».
Il riferimento è all’ultimo album che si intitola per l’appunto Brat (monella o ragazzaccia): la Harris ha immediatamente abbracciato la definizione, cambiando il banner del suo profilo sul sito di microblogging alla faccia del 78enne e improvvisamente vegliardo rivale repubblicano. Continuano intanto dal mondo dell’entertainment i messaggi di sostegno transgenerazionali: la premio Oscar 2023 Jamie Lee Curtis (65 anni) ha definito la Harris «fidata e accanita paladina dei diritti delle donne», mentre Barbra Streisand (82) ha assicurato la sua più attempata generazione che Kamala "continuerà l’opera di Biden e sarà una grande presidente».
Caricamento commenti
Commenta la notizia