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Condono, denuncia shock di Di Maio: "Al Quirinale un testo manipolato". Il Colle: "Decreto mai ricevuto"

Luigi Di Maio

Il condono fiscale si allarga, con tanto di scudo penale, anche per i casi di riciclaggio, anche per due imposte su attività e immobili all’estero. E scatta la denuncia shock del leader dei 5S Luigi Di Maio che fa sapere di essere pronto ad andare domani direttamente in procura: «al Quirinale è arrivato un testo manipolato», dice a sera ospite di Porta a Porta.

Il vicepremier non chiarisce con chi ce l’ha, se con l’alleato leghista o con il Ministero dell’Economia, sostenendo di non sapere se la «manina» che ha riscritto il testo approvato lunedì in Consiglio dei ministri sia «politica o tecnica». Il Colle quasi in contemporanea replica però di non «aver mai ricevuto» il testo, che in quanto decreto legge deve essere firmato dal presidente della Repubblica. Agli uffici di Di Maio risulta però che «il testo sia andato al Quirinale. Se non è così - osserva - basta allora lo stralcio». E aggiunge: «Confermo la fiducia a tutto il governo».

Le opposizioni intanto irridono: Di Maio, affermano Pd e Fi, è perseguitato dalla teoria del complotto. Nel mirino del leader M5S finisce in particolare «lo scudo fiscale per i capitali all’estero» che nel testo non appare tale in realtà perché permette di sanare due specifiche imposte su proprietà e attività fiscali all’estero già dichiarate anche se in maniera non completa. Ma a non andare giù a Di Maio, «c'è anche la non punibilità per chi evade. Noi non scudiamo capitali di corrotti e di mafiosi. E non era questo il testo uscito dal Cdm. Io questo non lo firmo - sentenzia - e non andrà al Parlamento. Io non lo faccio votare».

E’ la prima volta che la cosiddetta pace fiscale viene messa nero su bianco e nell’ultima bozza del decreto fiscale, successiva all’approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, la soglia di 100mila euro all’anno - si legge nel testo - è relativa alla «singola imposta». E riguarda anche l'Iva. Per il momento l’articolo 9, oggetto dell’invettiva M5S, esclude la punibilità per dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e omesso versamento di Iva: i tre reati non sono punibili, fino al 30 settembre 2019, anche nel caso di riciclaggio o impiego di proventi illeciti. Resta da decidere se escludere la punibilità della dichiarazione fraudolenta. Per contro, le norme sulla prevenzione dell’antiriciclaggio e il terrorismo rimangono applicabili per gli altri casi. Non solo. Il governo punta a punire anche i «furbetti» delle dichiarazioni, che vogliono sanare proventi illeciti, prevedendo il carcere fino a sei anni per chi, scegliendo di aderire alla pace fiscale, fornisce atti falsi e comunicazione di dati non rispondenti al vero.

Per spronare i contribuenti ad aderire alla nuova sanatoria, poi, arrivano gli accertamenti extra long: l’arco temporale si allunga a tre anni per tutti coloro che non si avvalgono delle varie misure di 'pace fiscale' mettendosi così in regola con il fisco. Tornando alla soglia di 100mila euro annunciata anche in conferenza stampa a Palazzo Chigi il giorno dell’approvazione del decreto, e della manovra, nel testo si spiega come il tetto vada inteso «per singola imposta e per periodo d’imposta, e comunque non oltre il 30% di quanto già dichiarato».

Si avrà tempo fino al 31 maggio del prossimo anno per presentare la dichiarazione «integrativa speciale» e si potranno correggere i documenti presentati entro il 31 ottobre 2017: il 'ravvedimentò potrà riguardare le imposte sui redditi e relative addizionali, le imposte sostitutive, le ritenute e i contributi previdenziali, l’imposta sul valore degli immobili all’estero e le attività finanziare all’estero, dell’Irap e, appunto, dell’Iva. Sul fronte della rottamazione ter e delle mini cartelle confermate invece le misure già indicate in questi giorni.

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