Dopo la Diciotti, è la volta della Gregoretti. Ad un’altra motovedetta della guardia costiera - con 135 migranti a bordo - viene impedito l’attracco in un porto italiano per ordine perentorio del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave».
La nuova querelle arriva il giorno dopo la peggiore strage in mare del 2019: si temono 150 morti per il naufragio di due barconi davanti alla Libia. E a dare l’idea della consistenza dei flussi migratori sono le 269 persone soccorse ieri dalla guardia costiera libica e le 143 raccolte oggi dalle autorità maltesi. Per il caso Diciotti dell’agosto scorso Salvini finì indagato dalla procura di Agrigento per il reato di sequestro di persona aggravato.
La giunta per le immunità del Senato non concesse tuttavia il via libera a procedere nei confronti del ministro chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania. La Gregoretti ha preso ieri sera a bordo i 50 migranti che erano stati soccorsi dal peschereccio 'Accursio Giarratano' ed altri 91 salvati da un pattugliatore della guardia di finanza. Entrambi gli interventi sono avvenuti in acque Sar (Ricerca e soccorso) maltesi.
Si è quindi diretta verso Lampedusa dove ha sbarcato 6 persone bisognose di cura, ma per le altre 135 c'è stato il 'niet' del titolare del Viminale. «Ho dato disposizione - ha informato in mattinata il ministro - che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 migranti a bordo».
Da Bruxelles Salvini vuole un «impegno concreto ad accogliere tutti. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Io non mollo». Il Governo italiano ha quindi inviato una lettera a Bruxelles con la richiesta di coordinare le operazioni di ricollocazione degli immigrati. La Commissione ha fatto sapere di aver ricevuto la comunicazione e di essere impegnata, «come già fatto in molti casi simili in passato», a prendere contatti con gli Stati membri per sondare disponibilità all’accoglienza dei 135.
L’opposizione batte intanto sui contrasti all’interno del Governo giallo-verde e punta il dito sul ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, da cui dipende la Guardia costiera. «Con il silenzio davanti al 'sequestro' a una delle 'sue' navi da parte del ministro Salvini, Toninelli rinuncia in modo definitivo alla sua dignità», attacca Enrico Borghi.
«C'è qualcuno in questo governo - gli fa eco Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana - che ha la dignità e la forza per dare uno stop alle sceneggiate dell’attuale ministro dell’interno? Non si è mai visto in nessun Paese al mondo, che ad una nave delle proprie forze armate venga impedito l’attracco in un porto della propria Nazione». In attesa della nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyden, è quella uscente a commentare il naufragio al largo della Libia, con decine di corpi recuperati dalla guardia costiera libica ed un centinaio di dispersi.
L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ed i due commissari Johannes Hahn e Dimitris Avramopoulos hanno chiesto lo stop «all’attuale sistema libico di gestione della migrazione irregolare e di detenzione arbitraria di rifugiati e migranti» dicendosi pronti a «sostenere le autorità libiche a sviluppare soluzioni per creare alternative sicure e dignitose alla detenzione nel pieno rispetto delle norme umanitarie internazionali e nel rispetto dei diritti umani». Allo stesso tempo, hanno sottolineato, «nel Mediterraneo sono urgentemente necessarie soluzioni prevedibili e sostenibili per la ricerca e il salvataggio».
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