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Di Maio medita le dimissioni da capo politico del M5S: si studia "reggenza"

Di Maio in piazza San Domenico a Lamezia

Monta la voce insistente di un possibile passo indietro, a breve, di Luigi Di Maio dalla guida del Movimento 5 Stelle. Rumors ricorrenti, non confermati dal suo staff di comunicazione, prevedono addirittura un possibile annuncio del capo politico prima della chiusura della campagna elettorale per le regionali di domenica. Forse anche oggi, giorno in cui è convocato il vertice con ministri e viceministri del partito, Di Maio ha parlato di un "annuncio importante" da parte sua.

E mentre ieri hanno dato il loro addio al Movimento due nuovi deputati, oggi il leader M5s presenterà a Roma la nuova squadra di facilitatori regionali scelti dalla Rete per fare da raccordo tra il territorio e la direzione nazionale del Movimento.

Le sue intenzioni appaiono legate strettamente alla stessa esistenza di questi nuovi organismi: la durata in carica dei facilitatori nazionali e regionali è infatti connessa alla permanenza di Di Maio al vertice. Il loro mandato, per regolamento, coincide con quello del capo politico. Questa circostanza spinge ad allontanare l'ipotesi che Di Maio getti la spugna proprio nel giorno della proclamazione dei nuovi "facilitatori", il team creato per rendere "collegiale" la direzione del Movimento, come chiesto da molti parlamentari.

Di contro la permanenza di questi nuovi organismi sarebbe comunque assicurata nel momento in cui il leader pentastellato dovesse decidere di annunciare lo status di leader dimissionario in vista degli Stati generali del movimento convocati per metà marzo. Questa ipotesi consentirebbe alla dirigenza di traghettare il Movimento agli Stati generali con un leader dimissionario, coadiuvato nel suo lavoro anche dal Comitato dei garanti costituito dal viceministro Giancarlo Cancelleri, dal sottosegretario Vito Crimi e dalla consigliera regionale Roberta Lombardi.

Di certo la questione sarà affrontata in occasione di un vertice con i ministri pentastellati convocati a palazzo Chigi. Intanto a sottolineare il clima di nervosismo che attraversa il Movimento in queste settimane, sono state formalizzate proprio due nuove uscite di parlamentari. Se ne vanno Michele Nitti e Nadia Aprile. Raggiungono i colleghi ex M5s al gruppo Misto dove ad inizio anno ha traslocato anche l'ex ministro Lorenzo Fioramonti che ha in programma la costituzione di un nuovo gruppo che si chiamerà Eco.

Con i due nuovi passaggi salgono a 14 i deputati ex M5s che siedono al Misto: per formare un nuovo gruppo ne servono 20. In totale in questa legislatura sono 31 i parlamentari eletti con il M5s e passati ad altri gruppi, per scelta personale o perché espulsi. Molti di loro sono stati obbligati a traslocare, altri lo hanno fatto indipendentemente per questioni legate alle cosiddette restituzioni di parte del loro stipendio da parlamentare.

"Basta andare sul sito tirendiconto.it per vedere che la deputata Nadia Aprile ha effettuato la sua ultima restituzione a dicembre 2018, mentre per Michele Nitti le restituzioni sono ferme ad aprile 2019. Per tale motivo i due, che oggi hanno annunciato di lasciare il gruppo M5S alla Camera, andavano incontro ad un provvedimento disciplinare" sottolineano fonti del M5S convinti che proprio la "stretta" dei probiviri sui termini per le cosiddette rendicontazioni abbia prodotto questi movimenti in uscita.

"La maggioranza è solida sia alla Camera che al Senato, non vedo preoccupazioni" assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.

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