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Ddl Zan: oggi la calendarizzazione. Pd: i voti per approvarlo ci sono

«Io penso che sui diritti gli spazi di mediazione siano limitati ma credo che i voti per approvare lo Zan ci siano». Lo afferma il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Giustizia, parlando della battaglia in Parlamento sul Ddl Zan in un’intervista a 'QN'.

Nel Partito democratico «ne abbiamo parlato tanto tra di noi, abbiamo raccolto i dubbi e le perplessità, ma anche condiviso l'importanza e la necessità di una legge contro l’omotransfobia e la misoginia che consenta a un transessuale o a due ragazzi omosessuali che si baciano di non rischiare di subire violenze. Il gruppo del Pd sarà compatto», ha aggiunto il senatore che poi parlando degli emendamenti di Italia Viva ha spiegato che «oggi Iv voterà per la calendarizzazione. Lo stesso Renzi ribadisce di condividere il ddl Zan. Non si capisce perché le forze che l'hanno approvato alla Camera non dovrebbero votarlo al Senato. Se succede, la legge può essere approvata. Anche Iv dovrebbe lavorare per questo». Sull'atteggiamento del centrodestra nei confronti del ddl infine Mirabelli ha spiegato che secondo lui «la Lega dall’inizio vuole affossare il disegno di legge e ancora oggi Fedriga, Gandolfini, lo stesso Salvini, quando firma la carta dei valori con Orbán, non ne fanno mistero. Non credo alla volontà di mediazione», ha concluso.

"Pd e Cinque Stelle aprono alle modifiche del testo"

«Adesso tocca al relatore della legge trovare una giusta sintesi tra le proposte. Bisogna sedersi attorno ad un tavolo e capire se anche Pd e Cinque Stelle aprono alle modifiche del testo». Così Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega, ha parlato della battaglia in Parlamento sul Ddl Zan in un’intervista al 'Corriere della Serà. Romeo ha spiegato che la Lega «ha le sue proposte». «Vorremmo interventi anche sull'articolo 5 del disegno di legge Zan, quello che insiste sull'estensione della legge Mancino e a noi non piace. La Lega vorrebbe sopprimerlo», ha dichiarato. E con le modifiche richieste anche da Italia Viva «punti di contatto ci sono». «Bisogna vedere se, alla luce degli emendamenti di Italia viva, Pd e Movimento Cinque Stelle non decidono di accettare proposte sostanziali, in modo ordinato, come una maggioranza di governo dovrebbe fare - ha concluso - l’ideale sarebbe di evitare di andare in Aula così come siamo messi adesso. Vogliamo un testo condiviso dalla maggioranza di governo che ci permetterebbe di far approvare la legge rapidamente».

Centrosinistra: Schlein, con M5S unito rafforzata alleanza

«Spero che si arrivi a una mediazione. Perché un M5S unito e non diviso rafforza tutte le componenti dell’alleanza». Lo afferma Elly Schlein, vice presidente della Regione Emilia Romagna, in un’intervista a 'Il Fatto Quotidianò, parlando dell’alleanza tra le forze del centrosinistra e il Movimento 5 stelle. «Non basteranno le opere di rinnovamento dei singoli pezzi della coalizione per vincere contro le destre: bisogna ricostruire un campo largo e coerente su alcuni temi fondamentali - aggiunge - abbiamo difeso l’asse del governo Conte-2 non perché fosse perfetto ma perché c'era dentro un seme che va annaffiato giorno per giorno: bisogna partire da lì per costruire un’alleanza solida che si fondi su proposte condivise e concrete». «Da fuori - prosegue la vice presidente dell’Emilia Romagna - spero che il M5S prosegua nel processo di rinnovamento iniziato e che possa gettare le basi per un’alleanza programmatica in vista delle prossime elezioni». Per quanto riguarda la battaglia che si sta svolgendo in Senato sul Ddl Zan, quello di Matteo Renzi «è un atteggiamento strumentale e dimostra l’inaffidabilità. Fa un favore alle destre nazionaliste che qualche giorno fa hanno firmato un documento per inneggiare a Dio, patria e famiglia. Renzi ammicca a quelle destre che stanno col governo polacco secondo cui le persone trans sono «disgustose». Ma che tipo di compromesso si può fare con questi? - conclude - Lui vuole solo rompere il fronte del centrosinistra, come ha fatto con il governo Conte. E questo non possiamo permetterglielo. Si vada in Parlamento e ognuno si prenda le sue responsabilità».

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