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Pop, rap e tocco indie a Sanremo: tra dolcezze e ritmo, la playlist del dj Amadeus

Ricapitoliamo. Sanremo 70? Sarà la mostra della canzone italiana. Così almeno lo aveva immaginato Amadeus, nel solco del lifting di Baglioni: come un concorso per meriti (prima che diventasse di colpe), una gara nella quale (in fondo è sempre stato così) basta esibirsi per vincere.

UN PASSO INDIETRO Il direttore artistico (che di proposte ne ha ascoltate oltre duecento e poi ha scelto «senza secondi fini, pensando al mercato discografico») è uno che lavora in radio da decenni, può dire (e lo dice) «di conoscere i gusti della gente». Perciò la sua ricetta prevede: «canzoni dolci e romantiche ma con ritmi scatenati, pezzi radiofonici, potenziali hit da scaricare l'indomani su Spotify: una bella playlist che piacerebbe a mio padre che ha 82 anni e a mio figlio che ne ha 11».

PRIMA LE CANZONI DEI CANTANTI E NESSUNA CASELLA DA RIEMPIRE Dunque è un caso se tra i 24 brani più belli c’è di tutto un po’. Che, tra Piero Pelù per la prima volta in gara e Rita Pavone che ci torna dopo quarantott’anni, ci sia il pop d’autore di Marco Masini, Michele Zarrillo, Diodato, Francesco Gabbani. Che dividerà la scena col tanto rock di Irene Grandi, Le Vibrazioni, Achille Lauro, fino alla world music ripescata da Tosca. Una manciata di ex Amici con l’X Factor come Giordana Angi, Enrico Nigiotti, Elodie, Riki. Lo stesso Anastasio, che porterà sul palco una dose di rap (ormai passa da lì il nuovo cantautorato) con Rancore e Junior Cally. Sì, Junior Calli. Alla fine della fiera ci sarà eccome, anche se il presidente Foa ha etichettato la scelta come «eticamente inaccettabile per la stragrande maggioranza degli italiani e nella direzione opposta rispetto a quella auspicata», nonostante l’appello della Bertè quantomeno a non assegnare il premio della critica a chi «promuove la violenza sulle donne, anche verbale», le petizioni, le posizioni (e vuoi vedere che alla fine gli si ritorceranno a favore?). L’hanno definita censura retroattiva, è lo status prima del diritto all’oblio che comunque pare rimanga in essere. A Masini («mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte finché viene domattina», da “Bella Stronza”, Sanremo 1995) l’hanno riconosciuto. L’Amadeus ex machina l’ha risolta così. Tanto compenserà con una punta di classico pop lirico e certamente lo spot più “belcantistico” del Festival sarà quello del ventiduenne tenore messinese Alberto Urso. Infine q.b. di indie, giusto il tocco di Levante, Bugo e I Pinguini Tattici Nucleari, una quantità in linea col passato. Una spolverata di pianisti di qualità tipo Morgan, Raphael Gualazzi, Paolo Iannacci e quella spezia “esotica” che potrebbe devastare o esaltare la portata: Elettra Lamborghini.

GLI AUTORI AUTOREVOLI Per lei, l’interprete più raggaeton dell’edizione, ambasciatrice di quelli con la cifra musicale estrinseca, firmano Davide Petrella e Michele Canova. Spiccano poi il binomio Rossi-Curreri che bissa per la loro “ragazza sempre” Irene Grandi, Dario Faini e Mahmood vincitori in carica che dopo i “Soldi” dell’anno scorso scrivono per Elodie, il maestro Luca Chiaravalli di “Un giorno mi dirai” e “Occidentali’s Karma” per Piero Pelù.

NICCHIE VIRTUOSE E ARTISTI VIRTUALI A parte un paio di gruppi e un duo, tutti sono solisti. Ma nessuno solo, saranno tutti accompagnati dall’Orchestra (quella che all'Ariston si mette insieme per l’occasione, con tutti i limiti che operazioni del genere comportano e sì, certo, sentire un’orchestra finalmente stabile “suonerebbe” meglio!).

A PROPOSITO DI NOVITÀ Intanto grazie ad Amadeus scompare la giuria di qualità. Per quel che riguarda le ripristinate Nuove Proposte, invece, quest’anno all’Ariston si esibiranno sullo stesso brano presentato a Sanremo Giovani, ovviamente ri-arrangiato per l’occasione. Tiziano Ferro riempirà il vuoto musicale lasciato da Baglioni. Torneranno le cover e avranno un peso specifico nella gara: le voteranno i musicisti e i coristi dell'Orchestra. La scelta era tra tutti i pezzi di Festival degli ultimi 70 anni, ogni artista poteva scegliere un artista da ospitare, oltre che una storia da celebrare. Succede che le due cose coincidano. Che vita e musica s’intreccino, come per Aeham Ahmad, che giovedì accompagnerà Elodie in “Adesso tu”.

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