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Giornata contro la violenza sulle donne, ecco perché il 25 novembre e le scarpe rosse

Ogni quarto d'ora c'è una donna che subisce una violenza. Nella stragrande maggioranza dei casi, chi fa quella violenza è una persona che aveva le chiavi di casa.

Un dato agghiacciante, allarmante che racconta non solo un dato che fa paura ma anche il fatto che a colpire siano uomini vicini, nella cerchia di parenti e amici, delle nostre madri, sorelle, compagne, amiche.

E d'altra parte sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi: in Italia sono, infatti, responsabili del 62,7% degli stupri. Una lunga scia di violenza che può culminare con l’estrema conseguenza: il femminicidio. Nel 38% dei casi di omicidi di donne, il responsabile è, ancora una volta, il partner.

"Quando la donna va a denunciare è il momento in cui lo Stato deve prendere per mano la donna e i suoi figli e accompagnarli - ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede -, perché hanno paura e per paura molte donne non denunciano per il bene dei figli e io voglio dire a queste donne: denunciate, perché ora ci sono strumenti nuovi".

In Italia e nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su. Il timore della violenza è confermato dal dato secondo il quale il 53% di donne in tutta l’Unione Europea afferma di evitare determinati luoghi o situazioni per paura di essere aggredita.

Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (questo il suo nome completo). È stato scelto il 25 novembre perché in questo stesso giorno del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. È una data importante, per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non possiamo continuare a veder crescere il numero delle donne che subiscono violenza.

Simbolo di questa giornata sono anche le scarpe rosse. Vengono utilizzate dopo che, il 27 luglio del 2012, Elina Chauvet le utilizzò per la prima volta in un’installazione artistica pubblica davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città messicana di Juarez.

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