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Giornata contro l'omofobia, Mattarella: rifiuto assoluto di ogni discriminazione

Un’occasione per «riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», perchè «le attitudini personali e l’orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perchè laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica». Le parole di Sergio Mattarella offrono la cornice ideale, e un fermo richiamo, in occasione della Giornata internazionale contro l’Omofobia, la transfobia e la bifobia.

Il Presidente della Repubblica avverte infatti che «disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sè, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili». «La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti», incalza il Capo dello Stato nel segnalare anche che «purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società». Toni analoghi da Roberto Fico. «Costruire una società realmente inclusiva: che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica; che non prescriva ruoli e non giudichi scelte; che cambi radicalmente le lenti con cui guardare alle questioni afferenti all’identità di genere e alle relazioni. Questo è l’impegno che vogliamo ribadire oggi» dice, invitando a una battaglia «senza ambiguità nè compromessi», perchè «dobbiamo prendere atto che nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni in Italia, in Europa e in molti altri Paesi, persistono nei confronti delle persone LGBTI pregiudizi diffusi, discriminazioni e fenomeni di odio intollerabili» e che «l'Italia è sotto la media Ocse per accettazione dell’omosessualità».

Una scossa che favorisce il ddl Zan?

Impossibile non parlare dell’iter al Senato della legge «intorno alla quale c'è un grande dibattito pubblico». L’auspicio espresso dal presidente della Camera è quello di «arrivare presto a un risultato condiviso, tutelando chi è vittima di discriminazione». «Oltre a celebrare una Giornata, servono gesti concreti. In Parlamento bisogna accelerare con la legge contro l’omotransfobia», concorda allora Luigi Di Maio. «E' triste constatare che in Italia ci sia bisogno di dover approvare una legge per porre un freno a odio, violenze e atti discriminatori collegati all’orientamento sessuale. Ma purtroppo abbiamo questa urgenza», osserva Giuseppe Conte. «E' bene però dirci francamente che non basterà una legge ad arginare pregiudizi, intimidazioni e discriminazioni di vario tipo», avverte.

Meloni: condannare gli Stati in cui l'omosessualità è reato

Dal centrodestra, Giorgia Meloni volge il suo pensiero «a chi vive in quegli Stati dove l’omosessualità è considerata un reato, a volte punita con la pena di morte». La leader FdI punta il dito su Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, Iran «e diversi altri Stati musulmani» e rivendica al suo partito la battaglia «perchè l’Italia e la Ue condannino apertamente e prendano le distanze dagli Stati che hanno nel loro ordinamento il reato di omosessualità».
«Bene intervenire contro ogni forma di intolleranza, ma senza inutili forzature», dice invece dalla maggioranza Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie». «Non limitiamo la libertà di espressione», sottolinea l’esponente FI. Sempre dalla maggioranza, ma dal Pd, è Simona Malpezzi a riaffermare «il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione e la necessità di combattere ogni discriminazione e intolleranza». «Avanti con il ddl Zan per dare pari dignità a tutti i cittadini», aggiunge Twitter la presidente dei senatori Pd.

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