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Oggi la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

Oggi la comunità LGBTI+ internazionale celebra la «Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia», conosciuta anche come IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia. Una ricorrenza - oggi riconosciuta anche dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite - che celebra la decisione storica da parte dell’OMS di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, decisione avvenuta proprio il 17 maggio del 1990. Obiettivo della giornata, l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia nel mondo.

Omofobia, Mattarella: rifiuto assoluto ogni forma intolleranza

«La Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione.

 

Pride, sette decenni di lotte per diritti Lgbtq

I momenti più importanti della lotta per i diritti Lgbtq in 70 anni ma anche tanti percorsi intimi di discriminazioni e violenze subite, contrastate con coraggio e solidarietà, per vivere la propria identità sessuale senza doversi nascondere. Un racconto in sei episodi, tra straordinario e a volte inedito materiale d’archivio e testimonianze, dagli anni '50 all’oggi, firmati da cineaste e cineasti queer (Tom Kalin, Andrew Ahn, Cheryl Dunye, Anthony Caronna Alex Smith, Yance Ford, e Ro Haber) che scandisce Pride, la docuserie che ha debuttato con i primi tre episodi il 14 maggio in Usa su Fx, giusto qualche giorno prima della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (17 maggio).

L’obiettivo della docuserie, «in ogni decade che abbiamo affrontato era evidenziare le lotte ma anche l’amore e la gioia, la felicità che la comunità Lgbt era in grado di vivere e condividere - spiega la showrunner Alex Stapleton, negli incontri in streaming organizzati dalla testata Deadline per i Contenders di stagione nelle categorie documentario e programmi 'unscripted’(dalle docuserie ai reality game, ndr) -. Un equilibrio che abbiamo cercato di mantenere anche nell’episodio sugli anni '50, particolarmente duro, per le violenze e i drammi che racconta». Una puntata nella quale c'è la testimonianza fra gli altri, di Madeleine Tress, licenziata da un lavoro governativo perché omosessuale, e si racconta la storia del senatore democratico Lester Hunt, ex governatore del Wyoming, che si suicidò dopo l’arresto del figlio con un uomo che si prostituiva.

Uno dei fili rossi di Pride «era raccontare come il movimento sia cambiato e abbia alternato diverse fasi, e si ricolleghi anche ad altri movimenti per i diritti civili - spiega la coproduttrice esecutiva Christine Vachon, una delle più importanti e influenti produttrici indie, che ha lanciato talenti come Todd Haynes e Todd Solondz -. Avere diversi registi per ogni episodio ha consentito di avere sguardi e modi differenti nell’immergersi nelle storie». Si è puntata l’attenzione sugli attivisti, «anche quelli meno conosciuti, per comprendere la loro vita e il contributo che hanno dato al movimento. Storie che finora non si erano raccontate» aggiunge Alex Stapleton. Insieme a quelle ci sono i ritratti di figure di spicco come l’afroamericano Bayard Rustin (1912 - 1987), che ha «combattuto per i diritti civili su ogni livello in questo Paese». Tra le tante testimonianze quella particolarmente emozionante del videomaker Nelson Sullivan con la sua cronaca di come cambiò New York negli anni '80 durante l'epidemia di Aids. «Molti pensano che il movimento gay sia iniziato con Stonewall (gli scontri fra gruppi lgbt e la polizia di New York nel 1969, dopo l’ennesima irruzione degli agenti in un locale gay) - sottolinea Christine Vachon -. Volevamo invece mostrare le diverse strade e le diverse forme di resistenza di persone così diverse che hanno partecipato alla lotta per i propri diritti prima e dopo Stonewall». Una cosa «che ci ripetevamo in fase di produzione è che la comunità Lgbtq non è un monolite - conclude Alex Stapleton -. ed era importante mostrarne i diversi aspetti. Volevamo avere più voci possibili, anche quelle di chi è stato considerato più marginale in questa lotta».

 

La dichiarazione dell'alto rappresentante a nome dell'UE

"Tutti nascono liberi e uguali in termini di dignità e diritti. In occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia (IDAHOBIT), l'Unione europea ribadisce il suo fermo impegno a rispettare, proteggere e promuovere il pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI).

In tutto il mondo le persone continuano a essere vittime quotidianamente di violenza, esclusione e discriminazione a causa dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, reali o percepiti, o delle loro caratteristiche sessuali. L'UE continua a essere particolarmente inquieta per il fatto che in 69 paesi le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso si configurano come reato e che in 11 di tali paesi l'omosessualità è ancora passibile di pena capitale.

Con la pandemia di COVID-19 sono aumentati ancor più i livelli di violenza e discriminazione nei confronti delle persone LGBTI, anche per quanto riguarda la violenza domestica, l'incitamento all'odio online e offline e i reati generati dall'odio. Le persone LGBTI sono spesso stigmatizzate e discriminate nell'accesso ai servizi sanitari. Inoltre, la pandemia ha comportato una riduzione dello spazio civico e un aumento degli arresti e delle detenzioni arbitrari, degli attacchi fisici e dei traumi psicologici per i difensori dei diritti umani che tutelano i diritti delle persone LGBTI. Sono atti inaccettabili e l'UE sottolinea l'importanza di porre fine alla loro impunità.

L'UE interviene a livello globale per prevenire e denunciare tutte le forme di discriminazione nei confronti delle persone LGBTI, compresa la violenza omofobica, bifobica e transfobica, promuovendo nel contempo il loro accesso a pari opportunità in tutti gli ambiti della vita. È importante combattere in tutto il mondo le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie, compresa la criminalizzazione delle relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso. Tali pratiche espongono inoltre le persone LGBTI in modo sproporzionato alla disoccupazione, all'esclusione sociale e alla povertà.

L'UE continuerà a essere in prima linea negli sforzi volti a garantire il pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte delle persone LGBTI. Attraverso il suo rinnovato quadro strategico interno ed esterno, in particolare il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia (2020-2024) e la strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025 (la prima in assoluto della Commissione europea), l'UE promuove l'uguaglianza in tutti gli ambiti della vita, sia all'interno che all'esterno dell'UE.

In linea con il tema IDAHOBIT di quest'anno "Together: Resisting, Supporting, Healing!" (Insieme: resistere, sostenere, curare!), l'UE continuerà a lottare contro la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, sottolineando la situazione di vulnerabilità delle persone LGBTI nel contesto della ripresa dalla crisi COVID-19 e invocando società più eque, inclusive e sostenibili. Si impegnerà attraverso il dialogo politico con i paesi partner e continuerà a sostenere le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani per la protezione e la promozione del pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte delle persone LGBTI e il rispetto della diversità.

Garantire a tutti il diritto alla libertà di essere se stessi e di amare chi si vuole richiede sforzi congiunti da parte di tutti, ogni giorno".

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