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Papa Francesco a Malta: "Guardiamo a chi lotta tra le onde del mare"

"Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta": così il Papa ha pregato per i migranti nella Grotta di San Paolo a Rabat.

"Fa' che la nostra compassione non si esaurisca in parole vane, ma accenda il falò dell'accoglienza, che fa dimenticare il maltempo, riscalda i cuori e li unisce", sono le parole del Papa dopo l'ennesimo naufragio nel Mediterraneo, in acque internazionali, nel corso del quale, come segnalato ieri da Medici Senza Frontiere, avrebbero perso la vita oltre novanta persone che erano partite dalla Libia.

C'è chi parla di Dio ma lo smentisce nei fatti

Il Papa mette in guardia da chi parla di Dio ma poi lo smentisce nei fatti. «Nella nostra religiosità possono insinuarsi il tarlo dell’ipocrisia e il vizio di puntare il dito». «C'è sempre il pericolo di fraintendere Gesù, di averne il nome sulle labbra ma di smentirlo nei fatti. E lo si può fare anche innalzando vessilli con la croce». Lo ha detto nell’omelia della Messa a Malta. Alcuni «si erigono a paladini di Dio ma non si accorgono di calpestare i fratelli. In realtà, chi crede di difendere la fede puntando il dito contro gli altri avrà pure una visione religiosa, ma non sposa lo spirito del Vangelo».

Il tarlo dell'ipocrisia e il vizio di puntare il dito

«Anche nella nostra religiosità possono insinuarsi il tarlo dell’ipocrisia e il vizio di puntare il dito». Lo sottolinea Papa Francesco nell’omelia della messa al piazzale dei Granai. «In ogni tempo, in ogni comunità. C'è sempre - ha precisato il Pontefice - il pericolo di fraintendere Gesù, di averne il nome sulle labbra ma di smentirlo nei fatti. E lo si può fare anche innalzando vessilli con la croce». Commentando il brano del Vangelo che narra l’episodio della donna adultera, Francesco precisa che la verifica del nostro essere discepoli è nello sguardo: «da come guardiamo al prossimo e da come guardiamo a noi stessi».
Occorre uno «sguardo di misericordia» e non uno «giudicante, a volte persino sprezzante - sottolinea -, come gli accusatori del Vangelo, che si ergono a paladini di Dio ma non si accorgono di calpestare i fratelli». «In realtà - dice il Papa -, chi crede di difendere la fede puntando il dito contro gli altri avrà pure una visione religiosa, ma non sposa lo spirito del Vangelo, perchè dimentica la misericordia, che è il cuore di Dio».

La Chiesa sia testimone instancabile di riconciliazione

«Il Signore desidera che anche noi suoi discepoli, noi come Chiesa, perdonati da Lui, diventiamo testimoni instancabili di riconciliazione». Così Papa Francesco nell’omelia della messa al piazzale dei Granai. Il Pontefice ha sottolineato che per Dio «non esiste la parola 'irrecuperabile'», Dio «sempre perdona. Sempre perdona, siamo noi che ci stanchiamo di perdonare». Dio «continua a credere in noi e dà ogni volta la possibilità di ricominciare». «Non c'è peccato che può portare a questa strada. Dio perdona tutto. Tutto», ha aggiunto a braccio. «Se lo imitiamo - ha continuato -, non saremo portati a concentrarci sulla denuncia dei peccati, ma a metterci con amore alla ricerca dei peccatori. Non staremo a contare i presenti, ma andremo in cerca degli assenti». «Non torneremo a puntare il dito, ma inizieremo a porci in ascolto. Non scarteremo i disprezzati, ma guarderemo come primi coloro che sono considerati ultimi. Questo ci insegna oggi Gesù con l’esempio. Lasciamoci stupire da Lui. Accogliamo con gioia la sua novità», ha concluso.

 

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