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Jannik! Djokovic s'inchina di fronte a un Sinner strepitoso (3-1): sarà finale agli Australian Open. Ora Medvedev

Devastante. Non c'è altro vocabolo per descrivere Jannik Sinner. La bandiera azzurra sventola al penultimo piano del palazzone chiamato Australian Open, e lo fa scalzando il vessillo serbo abituato ad arrivare sempre in cima. Non stavolta. Non contro questo Sinner. Un tennista ormai di livello altissimo, in grado di spazzare via le certezze del campionissimo senza lasciargli nemmeno il minimo pertugio per risalire la china. Quante volte il numero uno del mondo si è trovato nella condizione di dover rimontare? Tante, ma per lui non è mai stato un problema. Non contro Jannik. Non nella notte italiana che non ha affatto vanificato la levataccia europea di tantissimi appassionati di tutto il mondo.

L'andamento della semifinale

Vince Jannik in quattro set, dopo aver reso inerme l'avversario nei primi due  (6-1/6-2 per una durata, rispettivamente, di 36 e 39 minuti) e aver tenuto a bada il rientro d'orgoglio del tennista serbo che ci ha provato a ritornare in gara vincendo il tie break del terzo. Anche in quel caso, forse l'unico reale campanello d'allarme per l'azzurro, la sensazione è che comunque l'altoatesino fosse in pieno controllo del match. Nel quarto set: break e successo per 6-3. E adesso c'è da mettersi comodi e attendere la finalissima di domenica contro il russo Medvedev. 

Il “mostro” dell'ultimo livello

Che Jannik Sinner stia diventando sempre più un fenomeno non c'erano dubbi. E non sorprenda che abbia battuto il numero uno al mondo, perché si tratta della terza volta negli ultimi quattro scontri diretti. Ciò che deve piacevolmente meravigliare è la personalità e la semplicità con cui il campione di casa nostra si è sbarazzato della storia. Perché quando batti sistematicamente il “mostro” dell'ultimo livello, vuol dire che il mostro dell'ultimo livello, adesso, sei tu.

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