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Stop allo scrittore Antonio Scurati su Rai 3, Giorgia Meloni si smarca. Schlein: "Rai megafono del governo"

Era atteso nella puntata di Che Sarà. Ad annunciarlo è la conduttrice del programma Serena Bortone con un post su Instagram

Non andrà in onda su Rai3, come previsto, nel programma CheSarà. Ma diventa virale, condiviso perfino da Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook, il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che la Rai ha bloccato a 24 ore dalla messa in onda. Ad annunciare lo stop, in mattinata, è la conduttrice Serena Bortone, che rivela di aver appreso 'con sgomento, e per puro casò, che era stato 'annullato il contrattò con l’autore della trilogia bestseller su Mussolini, "senza spiegazioni plausibili". Una scelta criticata dall’opposizione, che grida alla 'censurà.

La Rai replica: nessun veto sul nome dello scrittore, ma "accertamenti di natura economica e contrattuale". Si smarca la presidente del Consiglio, pubblicando integralmente il testo, 'perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessunò. Dall’omicidio di Matteotti a Marzabotto, nell’intervento - il cui testo diventa presto virale ovunque - Scurati definisce il fascismo 'un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragistà e punta il dito contro la stessa Meloni, che "ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo» in occasione del 25 aprile 2023)".

La chiosa è netta: "Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana'. 'Telemeloni censura Scurati sul 25 aprile, la Rai spieghi', affonda Sandro Ruotolo del Pd. "La Rai torni sui suoi passì, chiedono dal M5s sollevando il caso in Vigilanza. E anche la presidente della commissione Barbara Floridia sollecita 'risposte dettagliate' dall’azienda.

"La Rai non è tua, datti una regolata", scrive su X Carlo Calenda rivolto a Meloni. L'azienda 'è sempre più piegata a interessi di partè, dice da Avs Peppe De Cristofaro. La risposta di Viale Mazzini è affidata alle parole di Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento: "Nessuna censura. La partecipazione di Scurati non è mai stata messa in discussione", spiega, ricordando che il nome dello scrittore era stato inserito nella scaletta ufficiale degli ospiti e invitando a 'non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrentì.

Nel mirino sarebbe finita dunque la richiesta economica - che sarebbe stata di 1.800 euro - e il rischio di fare indirettamente pubblicità alla serie di Sky tratta da M. Il figlio del secolo, il libro premio Strega 2019 di Scurati. La Rai avrebbe pensato di ospitare lo scrittore gratis poi avrebbe provato a chiudere a 1.500 euro. Una nota interna all’azienda riporta però che la partecipazione è stata annullata "per motivi editoriali". La Rai "chiarisca sul super compenso di Scurati", chiede da Fratelli d’Italia il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone.

Gli fanno eco gli esponenti FdI in Vigilanza, annunciando la richiesta di audire i vertici di Viale Mazzini: "Si deve accertare se corrisponde al vero che per leggere un monologo di un minuto sul 25 aprile la Rai avrebbe dovuto pagare circa 2mila euro" e "se la mancata messa in onda sia da addebitare a una scelta editoriale o invece economia".

Interviene poi Meloni sui social: "In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare)'. E mentre, dal palco della manifestazione con la Uil, anche il segretario della Cgil Maurizio Landini punta il dito contro 'l'oscuramento' di Scurati, il testo dello scrittore sarà letto in diverse piazze e teatri italiani il 25 aprile, su invito del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Schlein, la Rai da servizio pubblico a megafono del governo

«Questa Rai non è più servizio pubblico, la stanno trasformando nel megafono del governo». Lo spiega la segretaria del Pd Elly Schlein, in un’intervista sul quotidiano La Repubblica nell’ambito dell’evento Repubblica delle Idee, commentando il dialogo censurato dalla Rai allo scrittore Antonio Scurati. «La trovo una vicenda molto grave e voglio esprimere innanzitutto solidarietà ad Antonio Scurati. È stata una vera e propria censura, a cui ha fatto seguito un attacco da parte della destra, del partito di Giorgia Meloni e, tra le righe, anche di Giorgia Meloni stessa. Una violenza, come l’ha definita Scurati». La premier «ha preso tempo per pubblicare il testo censurato di Scurati sulla sua pagina Facebook - aggiunge la segretaria Dem - e potrebbe prendersi anche il tempo di leggerlo e di prendersi quei cinque secondi che bastano per dichiararsi antifascista. Penso che ci sia un fastidio per il dissenso. Abbiamo visto cose molto gravi: attacchi alla magistratura, agli intellettuali, alle organizzazioni non governative. Non si è mai visto che una partecipata pubblica come l’Eni consideri di vendere la seconda agenzia di stampa italiana, l’Agi, a un parlamentare della maggioranza. Quando parliamo di una deriva ungherese, intendiamo esattamente questo». In merito a una sua candidatura alle europee Schlein non scioglie il nodo e precisa, «stiamo lavorando, sono le ultime ore di valutazione».

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