Questa è una lode al coraggio di Amadeus, presentatore tv che ha avuto il fegato di rinunciare alla audience certa per una incerta programmazione sul Nove. Ma è anche una lode alla sua pacatezza che non lo fa scomporre di fronte a cali di ascolti, critiche, successi e flop. Del suo «Chissà chi è», nuovo titolo de «I soliti ignoti», abbiamo già detto e lo share irrisorio non ha minato la sua autostima, ma sul Nove, del quale è anche direttore artistico, da qualche settimana conduce anche la Corrida, agli esordi presentata da Corrado e, negli anni condotta da Carlo Conti, Flavio Insinna e Gerry Scotti.
Per Amadeus ripescare un vecchio format usato e abusato presenta la stessa probabilità di rischio che lanciarsi in un programma completamente nuovo, anzi forse anche superiore se il confronto con i presentatori che lo hanno preceduto non reggesse. Invece, a parte l’insuperabile Corrado, che avendo portato in tv la trasmissione, ne ha dato anche l’imprinting, Amadeus se la cava bene e lo dimostrano anche gli ascolti che da una settimana all’altra sono cresciuti. Anche a leggere le impressioni che i telespettatori hanno lasciato sui social si ricava la convinzione che La Corrida abbia catturato l’interesse dell’utenza e a nostro avviso i motivi sono da individuare nella sua trasversalità.
Di programmi che hanno la mission di scoprire talenti ormai non se ne può più, di trasmissioni che, al contrario, propongono aspiranti artisti improvvisati non se ne trovano, a meno di andare su Tik Tok dove gli utenti si sbizzarriscono nelle attività più varie diventando fenomeni di costume per la viralità delle loro performance inutili, divertenti o strambe che siano. E qui sta il punto di congiunzione generazionale: i boomer che non hanno dimestichezza con i social si ritrovano in tv contenuti assurdi, i più giovani riconoscono in tv lo stesso materiale che li attira sui social.
A questo tema portante, ovviamente Amadeus aggiunge del suo con sobrietà, perché i dilettanti allo sbaraglio, privi di freni inibitori, completamente sprovvisti di pudore e di amor proprio, sono un capitale umano inestimabile, mai da sbeffeggiare ma da assecondare sul filo dell’ironia. Il maestro De Amicis, componente fondamentale del programma – come già del resto fu Pregadio con Corrado – ha pure studiato la sua parte e si lascia coinvolgere per quanto necessario.
Mantenere l’equilibrio dell’ironia senza lasciarsi travolgere dalle improponibili esibizioni, insomma, non è facile, ma Amadeus riesce a ottenere la fiducia dei concorrenti perché si pone alla loro altezza ed è questa semplicità senza ostentazioni di altro genere che lo fa apprezzare anche al pubblico.
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