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Crolla ghiacciaio sulla Marmolada. 6 morti, 9 feriti e 16 dispersi. Numero delle vittime destinato ad aumentare

Un boato e, subito dopo, il rumore del ghiaccio e delle pietre che vengono giù dalla montagna. Un enorme seracco si è staccato dalla Marmolada, sulle Dolomiti al confine tra il Trentino e il Veneto, uccidendo almeno sei alpinisti e ferendone molti altri, tra i 10 e i 14, di cui due in modo grave. Un bilancio che potrebbe aggravarsi ancora: il Soccorso Alpino, che ha evacuato diciotto persone e chiuso il ghiacciaio per il rischio di altri crolli, sta cercando di capire se e quanti manchino ancora all’appello.
«Non ho mai visto su queste cime una cosa del genere. Non è stata la solita valanga: è la natura. Se volessimo fare un paragone con l’edilizia potremmo parlare di un cedimento strutturale», racconta un soccorritore, che attribuisce al gran caldo di questi giorni la probabile causa dell’incidente. Nella zona, oggi è stata registrata la temperatura record di 10,3 gradi, con la minima che la scorsa notte è rimasta sempre sopra i 5 gradi. Lo zero termico è oltre i 4mila metri.

Identificate 4 delle 6 vittime

Sono state identificate quattro delle sei vittime della tragedia della Marmolada. Si tratta di tre cittadini italiani, mentre il quarto è di nazionalità ceca. Restano da identificare un uomo ed una donna. Fra i dispersi ci sono sicuramente italiani, tedeschi e cechi, e probabilmente anche romeni. Il consolato della Romania è in contatto con i carabinieri per appurarlo. Le operazioni di identificazione delle vittime, però, saranno lunghe e richiederanno l’esame del dna. E’ quanto si apprende da fonti vicine alle indagini sull'incidente. Nella zona del crollo sono in volo alcuni droni; i soccorritori sperano che nella notte la temperatura cali, scongiurando così altri crolli, per tornare ad operare.

Numero delle vittime destinato ad aumentare

Il numero delle vittime della tragedia della Marmolada è probabilmente destinato ad aumentare, mentre il numero dei dispersi è salito a 16. Lo apprende l’ANSA da fonti investigative. I corpi recuperati sono martoriati e questo rende molto complicato il riconoscimento e quindi la
quantificazione esatta dei decessi. Proprio per questo nella mattinata di domani sono previsti degli accertamenti attraverso il Dna: si incroceranno i dati genetici dei resti ritrovati con quelli dei familiari e dei parenti che via via si stanno mettendo in contatto con i soccorritori anche attraverso il numero verde che è stato istituito. A quanto apprende l’ANSA il console della Romania ha constatato i carabinieri in Trentino segnalando che fra i dispersi risulterebbero anche dei cittadini rumeni. La Procura di Trento ha aperto un fascicolo modello 44
ipotizzando il reato di disastro colposo.

Sospese le ricerche

Le difficili operazioni di soccorso e ricerca dei dispersi sono state sospese e riprenderanno, meteo permettendo, domani mattina. Infatti, da alcuni minuti sulla Marmolada è iniziata a cadere la pioggia. Il centro di coordinamento delle operazioni, dove sono state trasportate le prime salme, è il piazzale antistante il palaghiaccio 'Gianmario Scolà di Alba di Canazei.

La tragedia

Il distacco è avvenuto intorno all’ora di pranzo nei pressi di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale, e ha travolto diverse cordate di escursionisti - italiani e stranieri secondo quanto si apprende - che stavano raggiungendo la vetta con i ramponi. Secondo i primi testimoni c'erano 4 cordate lungo la parete: due in alto, sulla via normale, e due più in basso. Ma al momento nessuno è ancora riuscito a chiarire esattamente da quante persone fossero composte le cordate. A venire giù è stata proprio una parte della cima della Marmolada, un ghiacciaio che ha centinaia di anni: il crollo si è verificato attorno ai 3mila metri, 300 metri sotto la vetta, mentre le ricerche si sono concentrate ad una quota più bassa, tra i 2.500 e i 2.800 metri. Quel che è certo è che in pochi secondi dalla montagna sono caduti giganteschi blocchi di ghiaccio e di roccia che hanno travolto chiunque fosse lungo il percorso. I feriti si sono salvati solo perché erano lontani dall’area del crollo, investiti dallo spostamento d’aria e da piccoli detriti.
Subito dopo le prime notizie che giungevano dalla cima della montagna, si sono attivate tutte le stazioni del soccorso alpino della zona, almeno cinque elicotteri e le unità cinofile, che hanno operato fino a quando anche i soccorritori sono stati evacuati per l’elevato pericolo di ulteriori distacchi. Un pezzo della calotta sommitale di Punta Rocca è rimasto in bilico, centinaia e centinaia di metri cubi di ghiaccio che potrebbero venire giù da un momento all’altro. Per questo motivo i comuni di Canazei (Trento) e di Rocca Pietore (Belluno) hanno vietato, con apposite ordinanze, l’accesso e la percorrenza dell’area interessata dalla valanga fino a quando non sarà accertata la natura del distacco con gli opportuni rilievi glaciologici e geologici.
I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Belluno, di Treviso e di Trento, mentre le salme delle vittime sono state portate allo stadio del ghiaccio di Canazei, paese della Val di Fassa che si trova a pochi chilometri dal passo Fedaia, dove parte la funivia per salire in vetta. Attivato anche un team di psicologi per assistere i parenti delle vittime, che non sono ancora state identificate. Per farlo è probabile che sarà necessario l’esame del dna.
La procura di Trento ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, che ipotizza il reato di disastro colposo. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro.

Il video

Il distacco è stato immortalato seppur a distanza e postato su FB da Nicoletta Barbessi del gruppo "Dolomiti... che Passione". Ecco cosa ha scritto l'autrice del video

"Mamma mia, credo che il video non renda per niente, ma vi assicuro che assistere in pole position dal rifugio Porta Vescovo al distaccamento di una valanga dal ghiacciaio della Marmolada è stato tremendamente impressionante"

Il cordoglio di Draghi

«Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il Governo è vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti. Il Presidente Draghi è costantemente informato sull'andamento dei soccorsi dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dal Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco, dalle autorità locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro». Lo rende noto Palazzo Chigi.

Un soccorritore: "mai vista una cosa del genere"

«Non ho mai visto una cosa del genere in Marmolada. Non è la solita valanga invernale, grado due, grado tre: è la natura. Se volessimo fare un paragone con l'edilizia potremmo parlare di un cedimento strutturale». Lo ha detto all’Ansa uno dei soccorritori impegnati nel recupero delle vittime e dei feriti.
"Lo zero termico è oltre i 4 mila metri - aggiunge - ed è chiaro che è una cosa metereologica che nemmeno la migliore delle guide può prevedere». Al momento ci sono ancora macchine nel parcheggio e spiega il soccorritore «dobbiamo capire se manca ancora qualcuno».

Un testimone: "Un boato, poi la valanga"

«Abbiamo sentito un rumore forte, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo. Col binocolo da qui si vede la rottura del serracco, è probabile che si stacchi ancora qualcosa». Lo ha detto all’ANSA uno dei responsabili del Rifugio Castiglioni Marmolada, testimone del crollo del serracco che ha provocato le vittime.

 

 

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