Atp Finals Torino 2021, Zverev conquista il trofeo battendo in finale Medvedev in due set 6-4, 6-4. Il tedesco bissa il successo del 2018
Torino, prima della disintossicazione da racchette e palline. La stagione del circuito tennistico è più longeva rispetto a qualsiasi altro sport. L'unico mese e mezzo di letargo si consuma dalla seconda metà di novembre (inoltrata) a fine dicembre. E l'ultimo frullato pre-detox ha il sapore di un menu italiano da affiggere all'esterno del ristorante con tutti i piatti di portata svelati per attirare i clienti. Allo stesso modo basta solo la copertina delle Atp Finals, con gli otto cavalieri del tennis mondiale 2021, a calamitare consensi e tifosi come se non ci fosse un domani. Torino sta facendo il pienone, certo, ma ciò accadrebbe pure se gli organizzatori dell'ultimo ballo stagionale spostassero nastri e giudici di linea... in Groenlandia. Ma in attesa che ciò avvenga (speriamo il più tardi possibile, con tutto l'affetto possibile per gli abitanti dell'isola danese), la capitale del tennis mondiale è a casa nostra. E ai piedi della Mole antonelliana, Djokovic e gli altri pretendenti alla coppa di fine anno se la spassano tra selfie, sorrisi e pose da fotomodelli. Fa parte del gioco, perché le Finals - almeno fino a quando la pallina non inizia a rimbalzare - sono un po' come l'ultimo giorno di scuola per gli atleti. Da sempre. E il clima è esattamente quello: godiamoci ogni singolo istante all'insegna della spensieratezza. O almeno fino a quando i sorrisi divertiti non lasciano spazio ai volti tesi e tirati della competizione. E sta già avvenendo.
Il programma della prima giornata delle Atp Finals di Torino 2021:
Domenica 14
Medvedev-Hurkacz 2-1 (6-7 (5)/6-3/6-4)
Zverev-Berrettini (7-6/1-0 rit.)
Lunedì 15
Djokovic-Ruud 2-0 (7-6, 6-2)
Tsitsipas-Rublev 0-2 (4-6, 4-6)
Martedì 16
Mevdedev-Zverev 2-1: 6-3/6-7(3)/7-6(6)
Sinner-Hurkacz 2-0 (6-2/6-1)
Mercoledì 17
Djokovic-Rublev 2-0 (6-3/6-2)
Norrie-Ruud 1-2 (6-1/3-6/4-6)
Giovedì 18
Zverev-Hurkacz 2-0 (6-2/6-4)
Sinner-Medvedev 1-2: 0-6/7-6/6-7(8)
Venerdì 19
Djokovic-Norrie 2-0 (6-2/ 6-1)
Ruud-Rublev 2-1: 2-6/7-5/7-6(5)
Sabato 20 (semifinali)
Medvedev-Ruud 2-0 (6/4, 6/2)
Djokovic-Zverev 1-2 (6/7, 6/4, 6-3)
Oggi 21 (finale)
Zverev-Medvedev 2-0 (6-4, 6-4)
Chi sono stati gli otto partecipanti delle Atp Finals di Torino?
Partiamo... dalla fine. Una sorta di conto alla rovescia umano che dal norvegese Casper Ruud porta al dominatore serbo Nole Djokovic. Già, Ruud, testa di serie numero 8. Se c'è qualcosa al di sotto dell'underdog, ovvero il tennista che più di tutti non parte con i favori del pronostico, questi è proprio il rappresentante dei Paesi nordici. Solo la sua famiglia può coltivare speranze di una sua vittoria finale. E lui? Neanche lui, che conosce i suoi avversari, può ambire a un risultato migliore del passaggio dei gironi (e già sarebbe storia). Darà l'anima (e quando mai gli ricapiterà?), certo, ma si confronterà con il meglio del meglio, seppur abbia pienamente meritato di esserci, a Torino. Il suo 2021 è stato da sballo, ma per mandare fuori pista almeno 4-5 di quelli la, servirà molto molto altro. Di trascendente.
Poco più su di Ruud, ma comunque su un pianeta differente rispetto al resto della comitiva piemontese c'è Hubert Hurkacz, corazziere polacco che ha sfruttato il magic moment a cavallo tra il periodo erbivoro e il cemento per balzare nel gotha della Race. Con il picco massimo del successo a Wimbledon nei quarti di finale contro re Roger Federer (trovandosi comunque di fronte sua maestà in condizioni fisiche tutt'altro che regali; al limite, in vena... di regali). Chance per lui? Se dovesse servire come l'Ivanisevic del rimontone a Wimbledon - a patto di non trovarsi di fronte Djokovic, perché in quel caso non basterebbe nemmeno bombardare da fermo - avrebbe la possibilità di superare il girone. Nulla più.
Da Matteo Berrettini in su, tutto potrà accadere. A patto che Djokovic non viva giornate di grazia (in tal caso riscaldate il podio e iniziate a lucidare le macchine fotografiche, o voi che avete con lungimiranza strappato un biglietto per la finalissima, pronti a immortalare il discorso del serbo). A differenza di Hurkacz, il tennista azzurro ha un repertorio decisamente più vasto. Non di sole mazzate “vive” il numero uno italiano. D'altronde non si centra la finale di Wimbledon solo perforando l'erba londinese: serve anche altro. Peccato per l'infortunio che gli fa chiudere anzitempo la stagione... e il torneo. Al suo posto un altro italiano, Jannik Sinner, prima riserva delle Atp Finals 2021.
Andrey Rublev è come un artista estemporaneo: se in giornata, può fare partita pari con tutti. Peccato che da qui a piegare la resistenza di quei quattro (non a caso i favoritissimi) serviranno almeno due partite perfette (anche tre, perché prima delle semifinali dovrà vincere almeno un'altra gara in cui parte sfavorito) per restare in corsa.
Stefanos Tsitsipas è uno dei quattro in gara ad aver già vinto una edizione delle Finals. Correva l'anno 2019 e la pandemia non aveva ancora avvolto di incertezze il pianeta tennis (oltre che il pianeta Terra). Il greco teneva il campo con la personalità di un predestinato e per molti sembrava il preludio alla definitiva esplosione. Sia chiaro, non che abbia arretrato molto il suo raggio d'azione nella classifica mondiale, ma di passi decisivi in avanti non ne ha mosso neanche mezzo. Non è al massimo della condizione e dopo la prima partita ha alzato bandiera bianca. Toccherà alla seconda riserva Norrie.
Anche Alexander Zverev ha sollevato al cielo l'ultimo trofeo dell'anno. Ebbrezza per pochi intimi, soprattutto nell'epoca (lunga, lunghissima, quasi eterna) dei Fab Four. Era il 2018 e il gigante alemanno si sbarazzava in due set dell'immenso Nole. Mica cotica, direbbe Berrettini. Anche Zverev, però, si è limitato a gestire quel trionfo, vedendosi rispedito al mittente ogni suo tentativo di salire sulla carrozza regale negli anni a venire. Ma è comunque il numero 3 al mondo. C'è di peggio, nella vita.
Il russo Daniil Medvedev, oltre a essere l'anti-Djokovic, è il campione in carica delle Atp Finals. Un ulteriore successo segnerebbe la definitiva consacrazione dello stoccatore di Mosca. Che comunque vada uno sfizio (è che sfizio) l'ha già soddisfatto: togliere al dominatore di cui sopra la possibilità di centrare il Grande Slam, rimandando almeno di un anno (forse per sempre) la storia. C'è aria di vendetta, ma Medvedev non vuole mollare il trono.
E poi c'è Novak Djokovic. Ogni singolo vocabolo abbinato al cyborg di Belgrado risulterebbe superfluo. Stucchevole. Per lui parla una bacheca (magari due. Facciamo tre?) colma e stracolma. Solo i suoi più acerrimi detrattori possono enfatizzare lo scivolone anti-Grande Slam agli Us Open e dimenticarsi di tutto il resto (Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, tanto per citare tre coppette qualsiasi). Un po' come dire: “Mentre l'uomo indicava la luna, lo scemo guardava il dito”. Ecco, magari Djokovic non realizzerà mai il sogno del poker, ma chi obietta sulla magnificenza del serbo, magari perché tifoso di quegli altri due giganti “disumani” di Roger Federer e Rafael Nadal (ne avrebbero comunque ben donde) deve farsi visitare. Da uno bravo, possibilmente.
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