La serie A adotta una sorellina di nome Viola. Mou, chiediti se sei Felix (Afena-Gyan). Battistrada? Fuori strada...
La caduta delle capolista Milan e Napoli, la candidatura europea della Fiorentina e l'esordio con doppietta di Felix Afena Gyan. Vi ricordate l'Italia del catenaccio? Quella del “quanto è bello vincere 1-0, delle linee Maginot, del ‘prima non prenderle’ e delle linee compatte a difesa del minimo vantaggio?”. Dimenticatela in fretta perché c'è vita ben oltre la difesa oltranzista sul nostro pianeta pallonaro. Ed è tutto bellissimo. Tutto era iniziato, ormai qualche partita fa, con Inter-Atalanta (incerta fino all'ultimo) e con Roma-Milan (ennesima prova di forza dei rossoneri, certo, ma contro dei giallorossi mai domi). Poi il derby di Milano e lo spettacolare Fiorentina-Milan 4-3. Ieri, fresca fresca, Inter-Napoli 3-2. Non soffermatevi sui punteggi, ciò che è cambiato è il ritmo. Gare in cui il gioco effettivo (ovvero il tempo in cui la palla è ‘giocabile’) è aumentato così come, appunto, il ritmo (capovolgimenti di fronte da una parte all'altra). Proprio nell'anno in cui il golpe delle big d'Europa non è riuscito, un pezzo di Superlega sta sbocciando nel nostro giardino. Seppur ci sia qualche forma di resistenza, ma non per questo meno efficace: la Juve di Allegri, una variazione sul tema in questa fase, è tornata a essere solidissima, pratica e vincente.
La serie A adotta una sorellina di nome Viola
E vi ricordate delle sette sorelle che si alternavano ai vertici della serie A, a cavallo tra anni 90 e inizio del nuovo millennio? Bene, la comitiva si sta allargando, perché non si può ignorare il ruolino di marcia della ‘sorellina’ di nome Viola: la Fiorentina gioca un calcio molto Italiano (ma solo nel senso del nome del suo allenatore). A trascinarla c'è un aspirante Ibra, Vlahovic, ma anche dei fiori di casa nostra che sembravano appassiti per sempre, come Saponara: oggi, finalmente, merita la prima fila nel bouquet.
La serie A adotta un fratellino di nome Felix Afena-Gyan
Non c'è proprio il tempo di annoiarsi, quest'anno. Soprattutto perché il ritorno di certi personaggi ha regalato quel brio che mancava da anni. Sarà anche decotto il ‘normalizzato’ Jose Mourinho, ma se non altro il modo per catturare l'attenzione lo trova sempre. E così, la scena di domenica sera la prende un ragazzino del vivaio col nome da predestinato: Felix Afena-Gyan. Quando tutti si attendono l'ingresso in campo di Zaniolo, Mou cala il jolly: doppietta e partita vinta a Genova. Forse un po' special lo è ancora...
La caduta degli dei, la caduta di stile e c'è chi... non cade mai
Signore e signori, aprite bene le orecchie e sgranate gli occhi. Perché quanto visto/ascoltato nell'ultimo turno di campionato, probabilmente non si ripeterà più. Milan e Napoli, battistrada indiscusse del campionato, hanno perso la ‘verginità’ stagionale. Insieme. Lottando come dei leoni, però. Ecco perché non c'è da fidarsi nemmeno per l'Inter di Inzaghi che torna in scia (-4) delle primatiste dopo aver mostrato i muscoli a due settimane di distanze da un derby gettato alle ortiche. C'è modo di perdere e modo di perdere. Sarri, ad esempio, non ha accettato la sua di sconfitta (Lazio-Juve 0-2). E a fine gara si è cimentato nello sport preferito dagli italiani. “Non sputare mai nel piatto in cui hai mangiato”, si dice. Ma evidentemente questa massima non è parte integrante del sarrismo, perché dopo il ko dell'Olimpico l'allenatore biancoceleste ne ha detta di ogni nei confronti della sua ex squadra ‘che vince gli scudetti solo così’. Che poi uno scudetto lo ha vinto anche lui con ‘loro’, di recente... E poi c'è chi non cade mai: l'Atalanta. Finalmente anche la Dea più belle di tutte le dee può competere in un campionato degno del suo gioco e del suo ritmo. Gasp e i nerazzurri lo praticano da anni ed evidentemente iniziano a fare proselitismo. Era ora. Era ora che il calcio italiano tornasse a meritare i soldi del biglietto.