Doveva essere l’innovazione che avrebbe cambiato il calcio, la tecnologia al servizio del pallone per evitare gli errori arbitrali, almeno quelli più gravi. Da ieri, però, il quadro si è ribaltato e non sono più gli arbitri al centro delle polemiche, almeno non la classica terna, ma la Var, Video Assistant Referee, e chi la gestisce in cabina di regia. Ma di “assistant”, all’Allianz Arena di Torino, nei minuti finali di Juventus-Salernitana ha avuto ben poco.
Un errore clamoroso per questioni di immagini, quelle riprese dalle telecamere ma non utilizzate per valutare la posizione di Bonucci, al 95’, dopo il colpo di testa di Milik che avrebbe portato al 3-2 bianconero. Il difensore sarebbe in fuorigioco, considerando solo l’area di rigore, ma l’immagine larga, quella appunto non utilizzata, avrebbe dato una prospettiva decisamente migliore e cambiato il destino del match: in fondo al campo, vicino alla bandierina da dove Cuadrado ha calciato il corner, c’è Candreva a tenere in gioco tutti, Bonucci compreso, e a rendere regolare l’azione. Questione di linee, non tracciate e non considerate, e di centimetri, ben 50 tra i due giocatori, che, in un match tirato, fanno la differenza. E avrebbero cambiato il finale, non solo dal punto di vista del risultato, ma anche nervoso, con le espulsioni di Allegri, Cuadrado e Fazio nella rissa finale (il secondo giallo a Milik per essersi tolto la maglia), e mediatico, con tutte le polemiche che ne sono venute fuori e messo sotto esame, per l'ennesima volta, l’utilizzo del Var.
Quello di Bonucci-Candreva è solo l’ultimo caso: Lecce-Monza e Bologna-Fiorentina sono gli altri più recenti, ma da Torino è arrivato il più eclatante e segnerà la storia del Var, perché l’errore è evidente e ha dimostrato che anche il computer può sbagliare. In un calcio seguito al “microscopio”, con decine di telecamere, appare incredibile e inverosimile non avere una visione a 360 gradi.
È una macchina da perfezionare, c’è anche un regolamento da chiarire definitivamente, cercando di stabilire in maniera oggettiva quando il Var deve e può intervenire. Anche perché una linea e anche pochi centimetri possono cambiare una partita e un campionato: cosa si dirà a giugno se la Juventus non dovesse vincere lo scudetto per 2 punti?
Casarin: errore clamoroso
«Non so cosa succede a Lissone (dove c'è la Var room centralizzata, ndr), ma è chiaro che con Candreva che tiene in gioco tutti c'è un errore clamoroso». Così l’ex arbitro Paolo Casarin ai microfoni di Radio Anch’io sport sull'episodio di Juve-Salernitana in cui è stato annullato il gol del bianconero Milik. «Ieri – aggiunge Casarin - è stata forse una giornata turbata da decisioni prese e non prese. Io sono un sostenitore del Var e ho aiutato a costruire questo tipo di pronto soccorso. Il Var è quello che deve rivedere e l'arbitro è quello che deve decidere finalmente, questo è il meccanismo. I ruoli devono essere precisi. Magari c'è qualcuno che non conosce il regolamento, quindi sul Var bisogna lavorare».
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