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Papa Francesco da Fazio: "Mediterraneo cimitero più grande d'Europa. Ai genitori dico di giocare con i propri bambini"

Le guerre da fermare, i migranti da aiutare, la «madre Terra» da preservare, la vicinanza agli altri che è anche «toccare», il rapporto tra genitori e figli. Il futuro della Chiesa. Ma anche i gusti musicali dove il tango ha un posto speciale. E’ una conversazione a tutto campo quella tra Papa Francesco e Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa. Un’ora di conversazione in tv su Rai 3, in cui Francesco è collegato dal suo appartamento a Santa Marta dove «ho deciso di andare, perché ho bisogno degli amici. Non sono un santo».

I migranti, serve l'Unione Europea

«Ci sono lager nella Libia», «dobbiamo pensare alla politica migratoria» e l’Europa deve farlo insieme, «l'Unione europea deve mettersi d’accordo» evitando che l’onere ricada solo su alcuni Paesi come «l'Italia e la Spagna», ha detto il Papa, ricordando le sofferenze dei migranti che attraversano il Mediterraneo, «ormai diventato un cimitero», per sfuggire alle guerre e alla fame. E allora non bisogna girarsi dall’altra parte. «Ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all’eroicità, penso a medici e infermieri che hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno». «Toccare è farsi carico dell’altro».

Prendersi carico della Madre Terra

Ma «dobbiamo prenderci carico anche della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato».

L'invito ai genitori: giocate con i vostri figli

Poi uno sguardo alle famiglie. «Serve vicinanza con i figli: quando si confessano coppie giovani o parlo con loro chiedo sempre: 'tu giochi con i tuoi figli?' A volte sento risposte dolorose: 'Padre, quando esco dormono e quando torno purè. Questa è la società crudele che allontana genitori dai figli. Anche quando i figli fanno qualche scivolata, anche da grandi, bisogna essere loro vicini, bisogna parlare ai figli. I genitori che non sono vicini non operano bene, devono essere quasi complici dei figli, quella complicità che permette di crescere insieme padri e figli». C'è il mistero della sofferenza dei bambini che sono malati. «Se mi chiedete perché, non so rispondere».

Il bullismo e il chiacchiericcio

"Il problema dell’aggressività sociale è stato studiato bene da psicologi e quindi non ne parlo. Sottolineo solo quanto è cresciuto il numero dei suicidi giovanili. C'è un’aggressività che scoppia, penso al bullismo nelle scuole, è un problema sociale, non di una sola persona. L’aggressività va educata, c'è un’aggressività positiva e una distruttiva. Comincia con una cosa piccola, con la lingua, con il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio nelle famiglie, tra le persone, distrugge, distrugge la identità. No al chiacchiericcio, se hai una cosa contro l’altro o te la mangi te o vai da lui e gliela dici in faccia, ci vuole coraggio".

Il futuro della Chiesa

Il Papa ha poi parlato della Chiesa e del suo futuro: «Una Chiesa in pellegrinaggio». «Oggi il male più grande della Chiesa è la mondanità spirituale. È il peggiore dei mali che può accadere alla Chiesa, peggio ancora dei papi libertini» e «fa crescere una cosa brutta: il clericalismo che è una perversione della Chiesa che genera la rigidità», «c'è putredine sempre».

Papa Francesco e la musica

Poi qualche confessione più intima. Sulla musica: «Mi piacciono i classici, tanto. E mi piace il tango». E lo ballava perché «un porteno che non balla il tango non è un porteno».

Il pensiero per medici e infermieri

Ci manca il toccare le miserie e il toccarle ci porta all’eroicità, penso a medici e infermieri hanno toccato il male durante la pandemia e hanno scelto di stare lì. Il tatto è il senso più pieno».

Dio e la libertà

«Lo sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai: è lo sguardo di chi domina. Dio ci ha fatto buoni ma liberi, la libertà è quella che ci permette di fare tanto bene ma anche tanto male, siamo liberi. Siamo liberi e padroni di prendere le nostre decisioni, anche sbagliate. La capacità di essere perdonato è un diritto umano, tutti abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Abbiamo dimenticato che chi mi chiede il perdono ha il diritto di essere perdonato, se si ha qualche debito con la società va pagato ma col perdono. Il padre del figliol prodigo aspettava i figlio per perdonarlo». Così il pontefice a Che tempo che fa da Fabio Fazio.

Papa Francesco e l'amicizia

«Non sono tanto santo, ho bisogno dei rapporti umani, per questo sono andato a vivere a Santa Marta. Ho bisogno degli amici, ne ho: sono pochi ma veri», ha aggiunto.

Papa Francesco: "Pregate per me, ne ho bisogno"

«Pregare è incontrare il proprio papà: San Paolo diceva Dio è Padre; quando dici papà a Dio, vuol dire che stai andando bene sulla via religiosa. Se pensi che Dio se ne infischia della tua vita la tua religione sarà superstizione. I bambini passano per l’età dei perché: se guardiamo bene il bambino quando fa le domande al padre, non aspetta la risposta del papà, il bambino vuole che lo sguardo del papà sia su lui questo gli dà sicurezza: pregare è un po' proprio questo. Il senso dell’umorismo è una medicina. C'è una preghiera sul senso dell’umorismo e la prego da più di 40 anni. Il senso dell’umorismo ti fa relativizzare le cose e ti fa gioioso, fa tanto bene. Chiedo di pregare per me perché ho bisogno e chi non prega perché non crede almeno mi mandi buone ondate, ho bisogno della vicinanza della gente. Per congedarmi vi dico: c'era un film di De Sica dove chiedeva di dare 100 lire, ecco io vi chiedo 100 preghiere", ha concluso.

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