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Tokyo 2020, il siciliano Luigi Busà vince l'oro nel karate ed esulta: "Papà, ce l’ho fatta!"

Il classe 1987 ha battuto l’azero Rafael Aghayev nel karate, specialità kumite categoria -75 kg

È già nella storia dell’Italia. Ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, Luigi Busà ha vinto la medaglia d’oro nel karate, specialità kumite categoria -75 kg, battendo in finale l’azero Rafael Aghayev.
Il siciliano ha conquistato la medaglia più importante, la nona per gli azzurri e la 37esima in totale, stabilendo così il record nella storia nelle partecipazioni dell’Italia alle Olimpiadi.

"Oggi mi sentivo bene ma all’inizio non mi sono espresso al meglio. Ho perso l’incontro con il kazako e qui non puoi sbagliare, ma poi mi sono ripreso. La semifinale è stata grandiosa, la finale magica contro il rivale di una vita. Se è un sogno lasciatemi sognare perché per me è stato un anno incredibile, quasi folle: magari un giorno lo racconterò, per me questa vittoria vale doppio", ha dichiarato Luigi Busà.

Classe 1987 (34 anni il 9 ottobre), Busà, carabiniere nato ad Avola, in provincia di Siracusa, viene da una famiglia di sportivi e, in particolare, di atleti di karate di livello internazionale. Anche le sorelle, Lorena e Cristina, infatti, praticano la stessa disciplina.
Un successo dietro l’altro per Busà che, in carriera, di medaglie ne ha collezionate tante e mancava proprio quella più importante alle Olimpiadi.
Luigi, infatti, ai Mondiali vanta un bronzo a Linz nel 2016, tre argenti a Madrid (2018), Brema (2014) e Belgrado (2010) e due ori a Parigi (2012) e Tampere (2006).

 

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Ancora più ricca la “bacheca” Europea: ori a Guadalajara (2019), Kocaeli (2017), Tampere (2014), Tenerife (2012) e Bratislava (2007); medaglie d’argento a Zurigo (2011) e Zagabria (2009) e, infine, bronzi a Novi Sad (2018), Istanbul (2015), Budapest (2013), Atene (2010), Tallin (2008) e Stavanger (2006).

E dopo l'ultima bellissima medaglia, l’oro olimpico, il primo pensiero di Luigi è andato proprio alla famiglia, al papà in particolare: "Papà, ce l’ho fatta!" ha urlato il siciliano.
La storia di Luigi inizia, infatti, con il padre Sebastiano e una domanda: “Vuoi diventare un campione?”. E il ragazzo, ancora esordiente sul tatami, rispose: “Si, lo voglio. Diventeremo i più forti al mondo”. È l’inizio di una carriera dorata, con il primo titolo mondiale senior a 18 anni.

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