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L'omicidio a Pesaro e la storia della famiglia Bruzzese. Il fratello provò a uccidere il boss Crea

La famiglia di Marcello Bruzzese era a Pesaro sotto protezione dello Stato dal 2008. Una protezione che di fatto prevedeva un sostegno economico, ovvero casa e stipendio pagati dal ministero degli Interni a Marcello, ucciso ieri, e al fratello Girolamo Biagio Bruzzese, pentito di 'ndrangheta che cercò di uccidere il boss Teodoro Crea. Marcello andò via per un pò da Pesaro per tornarci di recente ma senza una vera protezione: il suo cognome appare anche sulla buca delle lettere dello stabile in cui abitava.

Le famiglie Bruzzese, come riporta l'Ansa si stabilirono a Pesaro in maniera massiccia, facendo arrivare tutti i parenti comprese sorelle, cognati e l’anziana vedova del capostipite Domenico, ucciso nell’agguato del 17 luglio del 1995 a Rizziconi in provincia di Reggio Calabria. Marcello Bruzzese non aveva un lavoro e tempo fa andò via da Pesaro.

E’ tornato di recente ma senza una vera protezione personale: il suo cognome è scritto anche sulla buca delle lettere dello stabile in cui abitava. Nel pomeriggio c'è stata una prima riunione in prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Domani arriverà il ministro degli Interni Matteo Salvini.

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