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Pensionati contro la Manovra: siamo il loro bancomat

Sindacati dei pensionati in piazza contro i tagli alla rivalutazione delle pensioni previsti dalla legge di Bilancio: sono «inaccettabili. Basta far cassa su di noi», il governo «ci usa come bancomat per finanziare la manovra», dicono dai presidi nelle diverse città.

La protesta, indetta unitariamente da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, apre alla polemica con il premier Giuseppe Conte che parla di «un meccanismo raffreddato progressivamente» e di un contributo "quasi impercettibile. Neppure l’Avaro di Moliere forse si accorgerebbe di qualche euro in meno al mese".

Parole che scatenano la reazione dei sindacati ma anche del Pd. Il segretario generale dei pensionati della Cgil, Ivan Pedretti, ribatte direttamente: «Avari a chi? Si tagli il suo stipendio". "Conte, più che citare Molière, farebbe bene a leggere i Miserabili di Hugo", replica il senatore dem Matteo Richetti.

Al centro della protesta dei sindacati il no alla norma inserita dal governo nella legge di bilancio che prevede uno stop per tre anni, a partire da gennaio 2019, alla piena rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte la minima (1.539 euro lordi al mese). Fino a quella soglia l’adeguamento all’inflazione sarà al 100%; oltre, invece, il recupero sarà via via decrescente.

Per il governo questa riduzione porterà due miliardi di euro nel triennio. Per i sindacati, la cifra è molto
più alta: «Questo governo aveva promesso di eliminare la legge Fornero e invece è tornato a fare cassa con i pensionati, tre miliardi e mezzo per i prossimi tre anni, e questo non è ammissibile», attacca il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando dal presidio a Roma: è, insomma, «un altro
prelievo forzoso».

Sostegno «pieno» alla protesta dei pensionati viene espresso anche dalla segretaria generale della Cisl,
Annamaria Furlan: «Bloccare la rivalutazione è una scelta iniqua e sbagliata anche da punto di vista economico. I pensionati meritano più rispetto e considerazione da questo governo ed in generale dalla classe politica». Peraltro, è la posizione comune rimarcata dai sindacati, non è il primo taglio e «non si tratta solo di pochi euro - evidenzia Pedretti -, i pensionati hanno avuto il blocco della rivalutazione dal 2011 fino ad oggi. Ora si ripete. E arriva senza discutere con nessuno».

Cgil, Cisl e Uil insistono nel chiedere al governo di avviare i tavoli di confronto sui punti della piattaforma unitaria varata ad ottobre scorso, dal lavoro alla previdenza al fisco. Contro una legge di Bilancio che giudicano «sbagliata, miope, recessiva» domani una loro delegazione sarà presente in Aula alla Camera in occasione del voto finale. E, intanto, ricordano che a fine gennaio saranno in piazza per «una grande manifestazione».

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