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Fiducia al Senato, ma Forza Italia con Lega e M5S non votano. Salvini ai suoi: "Draghi si dimette". Letta: "Giorno folle, ora urne". La Gelmini lascia FI

Il Senato ha confermato la fiducia al Governo approvando la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio presentata da Pier Ferdinando Casini con 95 voti a favore e 38 contrari. I senatori di M5S, Lega e Fi non hanno votano: i pentastellati si sono dichiarati «presenti non votanti». La capigruppo è stata immediatamente convocata. Sono state le ultime fasi della convulsa giornata di ieri al Senato. Il presidente del Consiglio non è andato al Quirinale, come si era appreso in un primo momento, rimandando ad oggi la comunicazione sulle proprie determinazioni al Presidente della Repubblica.

Immediate le repliche

Conte, noi bersaglio attacchi e messi alla porta - «Siamo diventati il bersaglio di un attacco politico, siamo stai messi alla porta, non c'erano le condizioni perché potessimo continuare con leale collaborazione». Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte. «Non era questione di ultimatum ma di priorità su cui bisognava definire un’agenda di governo. Non è stato possibile, abbiamo visto da parte del premier Draghi solo indicazioni generiche, purtroppo su alcune misure c'è stato anche un atteggiamento sprezzante. Questo ci spiace molto. Perché abbiamo ricevuto anche degli insulti, e anche da parte delle forze di centrodestra c'è stato un atteggiamento incomprensibile. Oggi bisognava avere idee chiare e un atteggiamento preciso» e invece «c'è stato solo un atteggiamento sprezzante che non fa bene al paese».

Di Maio: "Pagina nera per l'Italia" - "Una pagina nera per l'Italia. La politica ha fallito, davanti a un'emergenza la risposta è stata quella di non sapersi assumere la responsabilità di governare. Si è giocato con il futuro degli italiani. Gli effetti di questa tragica scelta rimarranno nella storia". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Twitter.

Gli Usa: "Rispettiamo le decisioni dell'Italia" - Gli Stati Uniti "rispettano e sostengono il processo costituzionale" in corso in Italia. Lo riferisce all'agenzia Ansa un portavoce del dipartimento di Stato americano interpellato sulla crisi in Italia. "Tra Stati Uniti e Italia c'è una forte alleanza basata su valori condivisi di democrazia, diritti umani e prosperità economica", ha aggiunto. "Continueremo a lavorare insieme a stretto contatto su una serie di importanti priorità, compreso il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione russa", ha sottolineato il portavoce.

Letta: "Giorno drammatico per l'Italia" - Per noi oggi è un giorno triste e drammatico per l’Italia. Faremo di tutto perché le conseguenze siano meno drammatiche possibili, il nostro impegno è stato assoluto». Lo ha detto Enrico Letta ai microfoni del Tg1.

Meloni: "Legislatura finita, al voto entro due-tre mesi - «Questa legislatura è finita. Si può andare al voto anche tra due mesi. Fratelli d’Italia è pronta. Il centrodestra è pronto». Lo ha detto la leader FdI, Giorgia Meloni, parlando a "Piazza Italia" a Roma.

Giorgetti: "Bisognava finire più dignitosamente" - «Si poteva concludere in maniera più dignitosa». E’ l’amaro commento del ministro leghista Giancarlo Giorgetti, uscendo dal Senato.

Rosato: "Delitto politico" - «Oggi si è commesso un delitto politico ingiustificabile: far cadere il governo Draghi per miseri interessi di parte in un momento come questo», scrive sui social il Presidente di Italia Viva, Ettore Rosato.
«Grazie al Presidente Draghi per il lavoro di questi mesi e per l’autorevolezza che ha restituito al nostro Paese sulla scena internazionale. Chi oggi non ha votato la fiducia - aggiunge - si è assunto una straordinaria responsabilità. Povera Italia».

Le parole di Draghi prima del voto

"Sarà una replica breve. Vorrei ringraziare chi ha sostenuto l'operato del governo con lealtà". Lo ha detto il premier Mario Draghi nella replica a palazzo Madama di poco fa. "Il sostegno che ho visto nel Paese mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e sottoporlo a vostro voto, voi decidete. Niente richieste di pieni poteri", ha proseguito il premier Mario Draghi. "Sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire, c'è una proposta della commissione europea, abbiamo aperto un tavolo con i sindacati e Confindustria, continueremo la discussione qualunque sia la vostra decisione oggi": così poi Draghi  ha risposto rivolgendosi in particolare al senatore M5S Licheri, sottolineando che "c'è una proposta che non veda l'imposizione, il diktat del governo sul contratto di lavoro".

"Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti - ha continuato il premier Mario Draghi - Ora bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese", ha aggiunto. "Sul Reddito di cittadinanza ho sempre detto che è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva", ha precisato. Quindi la chiosa finale: "Chiedo che sia posta il voto di fiducia presentata dal senatore Casini". La risoluzione prevede una sola riga: udite le comunicazioni del premier si approva. Ma il centrodestra non dovrebbe votare la mozione Casini. Opposizione responsabile a un governo tecnico oppure voto anticipato. Sono queste le due strade prospettate al vertice di villa Grande, secondo quanto si apprende. Il centrodestra di governo ha proposto un nuovo esecutivo senza M5s e con segnali di discontinuità sull'agenda, una soluzione prospettata anche nei colloqui di Berlusconi al premier Draghi e al presidente della Repubblica Mattarella. Nel vertice sia Berlusconi che Salvini, secondo quanto viene riferito, hanno sottolineato che il premier Draghi non ha voluto mediare. Da qui la possibilità delle urne a ottobre o a inizio dell’anno prossimo qualora si arrivasse ad un governo tecnico. «Noi faremmo opposizione responsabile votando i provvedimenti che servono al Paese», il 'refrain'. C'è chi ha fatto i nomi del ministro del Mef Franco e di Amato. Ma il piano - in mancanza di una apertura del premier - è quello delle elezioni anche a ottobre. Altrimenti a febbraio dopo la legge di bilancio se non ci saranno subito le urne, è stato sottolineato. Saranno pochi i forzisti che voteranno la risoluzione di Casini. Si parla di un paio di esponenti, non di più.

Forza Italia non ha partecipato al voto di fiducia

"Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi la disponibilità del centrodestra di governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul 'nuovo patto' che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La  nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal centrodestra di governo in senato". Così una nota del centrodestra di governo. E Forza Italia ha annunciato di non partecipare al voto di fiducia sulla risoluzione Casini.

 

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