Il governo guidato da Giorgia Meloni incassa la prima fiducia da parte della Camera con 235 voti a favore. I voti contrari sono 154, 5 gli astenuti. I deputati presenti sono 394, 389 i votanti. L’asticella della maggioranza è fissata a quota 195. L’esito della votazione è stato accolto dall’applauso della maggioranza.
«Il Governo ottiene la fiducia alla Camera. Ringrazio tutte le forze politiche per aver ascoltato le linee programmatiche che l’Esecutivo intende attuare per risollevare l’Italia. Domani sarò in Senato per un altro importante tassello. La rotta è tracciata: andiamo avanti». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni su Twitter.
Il racconto della giornata
E’ durato poco più di un’ora il discorso programmatico della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’Aula della Camera, sul quale il governo chiede la fiducia del Parlamento. Più volte interrotta da oltre 70 applausi della maggioranza (alcuni anche bipartisan) e dalle standing ovation, che hanno coinvolto anche i ministri del suo governo, Meloni ha scherzato per ben due volte sul "rischio" di sforare i tempi previsti: «Così finiamo alle 15...», ha prima detto all’orecchio del vicepremier Matteo Salvini, seduto alla sua destra. Concetto poi ribadito, ma anticipandolo di un’ora, direttamente al microfono e rivolgendosi all’Aula: «Finimo alle due così...», ha detto col sorriso sulle labbra. Un lungo applauso della maggioranza ha sottolinato la fine dell’intervento, infine dai banchi del centrodestra si sono levati i cori «Giorgia, Giorgia».
L’Aula del Senato convocata alle 12.30 è stata sospesa fin alle 13 in attesa del premier Giorgia Meloni che verrà a consegnare il testo delle dichiarazioni programmatiche sul quale domani l’Assemblea voterà la fiducia. Lo ha detto in Aula il presidente Ignazio La Russa.
«E' una grande responsabilità» per il governo e «per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E' un momento fondamentali della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà». Così la premier Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera. Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi» c'è quello di essere «la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto» sento «la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento».
Giorgia Meloni ringrazia Mario Draghi per il suo operato «a livello nazionale e internazionale» e perchè «ha offerto tutta la sua disponibilità nel passaggio di consegne, veloce e sereno anche se per ironia della sorte a un governo guidato dall’unico partito di opposizione a quello da lui presieduto».
Due lunghi applausi dell’Aula della Camera per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, entrambi citati e ringrziati dalla premier Giorgia Meloni, in un passaggio dell’intervento programmatico.
«Si è molto ricamato - dice il presidente del Consiglio nel suo dicorso sulla fiducia - su questo aspetto ma non c'è nulla di strano. Così dovrebe essere sempre, cosi è nelle grandi democrazie».
«Il mio ringraziamento - ha aggiunto Meloni - il più sentito, va al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare l'appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto» nel "processo democratico che vuiole nel popolo e solo nel popolo la siovranità". «Ringrazio le donne che hanno osato, per impeto, per ragione per amore, come Cristina, Rosalie dei Mille, come Alfonsina contro i pregiudizio Grazia, Tina, Nilde, Oriana, Samantha Chiara, grazie per aver dimostrato valore italiane che spero di fare io».
"Governeremo per cinque anni"
«Intendiamo assumerci pienamenti i diritti e i doveri che competono a chi vince elezioni, essere maggioranza parlamentare e governo per cinque anni, anteponendo l'interesse della nzione a quello di partito: non userò i voti degli italiani per sostituire un sistema di potere con un altro». «Se dovremmo scontentare alcuni potentati - ha detto la premier - o fare scelte che non possono essere condivise da alcuni cittadini non ci tireremo indietro perche il coraggio non ci difetta. Manterremo gli impegni presi con i cittadini».
"Chi vuole vigiliare non rispetta il popolo italiano"
«Chi vuole vigilare suil nostro governo gli direi che possono spendere meglio il loro tempo: in qust’aula ci sono valide battagliere forze dell’opposizone che possono farsi sentire senza aver bisogno di soccorso esterno. Spero che chi dall’estero dice di voler vigilare sull'Italia non manca di rispetto non a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere».
"L'Italia sarà dentro le istituzioni Ue"
«Ringrazio i tanti (leader internazionali, ndr) che mi hanno augurato buon lavoro. Non mi sfugge la curiosità per la postura che avrà l’Italia nell’Europa, dentro le istituzioni, perché quello è il luogo in cui i farà sentire forte la sua voce». L’ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo intervento per la fiducia alla Camera. Poco prima la presidente del Consiglio ha detto di sentirsi "eredi di San Benedetto, patrono dell’intera Europa" ringraziando i vertici istituzioni europee dal presidente Michel, alla presidente von der Leyen a Metsola.
"Energia, cedere al ricatto di Putin aggraverebbe problema"
«La guerra ha aggravato la situazione già molto difficile causata dagli aumenti del costo dell’energia e dei carburanti. Costi insostenibili per molte imprese, che potrebbero essere costrette a chiudere e a licenziare i propri lavoratori, e per milioni di famiglie che già oggi non sono più in grado di fare fronte al rincaro delle bollette. Ma sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra tranquillità». Giorgia Meloni lo sottolinea nel suo discorso di fiducia alla Camera.
«Cedere al ricatto di Putin sull'energia non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe aprendo la strada ad ulteriori pretese e ricatti, con futuri aumenti dell’energia ancora maggiori di quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi», avverte.
"Il contesto economico è il più difficile dal dopoguerra"
Il governo «è già al lavoro sulla leggi di bilancio». Lo dice Giorgia Meloni nell’Aula della Camera. Il contesto economico «è il più difficile dal dopoguerra ad oggi», afferma. «Il 2023 sarà un anno di recessione, non è una congiuntura isolata. I dati sono chiari», osserva il presidente del Consiglio. I precedenti governi che si sono succeduti «sono stati deboli» senza riuscire a dare un indirizzo alla crescita del Paese, rimarca Meloni.
"In pieno di una tempesta, ma nave Italia è solida"
«Siamo nel pieno di una tempesta, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata. Eravamo consapevoli di quello che ci aspettava, come lo sono tutte le altre forze politiche, anche quelle che governando negli ultimi dieci anni hanno portato un peggioramento di tutti i principali fondamentali macroeconomici, e oggi diranno che hanno le ricette risolutive e sono pronte a imputare al nuovo governo, magari con il supporto di mezzi d’informazione schierati, le difficoltà che l’Italia affronta». Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni alla Camera.
«Eravamo consapevoli del macigno che ci stavamo caricando sulle spalle, e ci siamo battuti lo stesso per assumerci quella responsabilità. Perchè? In primo luogo perchè non siamo abituati a fuggire di fronte alle difficoltà, e in secondo luogo perchè sappiamo che la nostra imbarcazione, l’Italia, con tutte le sue ammaccature, rimane «La nave più bella mondo», per riprendere la celebre espressione usata dalla portaerei americana Independence quando incrociò la nave scuola italiana Amerigo Vespucci. Una imbarcazione solida, alla quale nessuna meta è preclusa, se solo decide di riprendere il viaggio. Allora noi siamo qui per ricucire le vele strappate, fissare le assi dello scafo e superare le onde che si infrangono su di noi. Con la bussola delle nostre convinzioni a indicarci la rotta verso la meta prescelta, e con un equipaggio capace di svolgere al meglio i propri compiti», ha aggiunto.
"Pnrr grande opportunità, sfruttarla al meglio"
«Il PNRR è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio. La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l'Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal PNRR a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso».
"Stop alla logica dei bonus"
«Il Pnrr non si deve intendere soltanto come un grande piano di spesa pubblica, ma come l'opportunità di compiere una vera svolta culturale. Archiviare finalmente la logica dei bonus, per alcuni, utili spesso soprattutto alle campagne elettorali, in favore di investimenti di medio termine destinati al benessere dell’intera comunità nazionale. Rimuovere tutti gli ostacoli che frenano la crescita economica e che da troppo tempo ci siamo rassegnati a considerare mali endemici dell’Italia».
"Noi eredi di San Benedetto. Patrono intera Europa"
«L'Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. Stato fondatore dell’Unione Europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza Atlantica, membro del G7 e ancor prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la democrazia; frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico cristiane dell’Europa. Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell’intera Europa».
"Avanti su autonomia differenziata"
«Parallelamente alla riforma presidenziale, intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse Regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale. Per la provincia di Bolzano tratteremo del ripristino degli standard di autonomia che nel '92 hanno portato al rilascio della quietanza liberatoria Onu».
"Far sentire voce non per sabotare ma indirizzare"
Permettetemi innanzitutto di ringraziare i vertici delle istituzioni comunitarie, il Presidente del Consiglio Charles Michel, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il Presidente di turno del Consiglio Petr Fiala, e con loro i tanti capi di stato e di governo che in queste ore mi hanno augurato buon lavoro. Ovviamente non mi sfuggono la curiosità e l’interesse per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee. O ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee».
«Perchè è quello - afferma - il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice. Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, come ho sentito dire in queste settimane, ma per contribuire ad indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese», osserva la premier.
"Agevolare chi fa impresa,non disturbare chi vuole fare"
«Perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà 'non disturbare chi vuole farè».
"Ora vera lotta all'evasione, non caccia al gettito"
«Il terzo» punto del patto fiscale sarà «una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull'Iva)» che deve essere «vera lotta all’'evasione non caccia al gettito», e sarà «accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora».
"Il reddito di cittadinanza è una sconfitta, la risposta è il lavoro"
«Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare: penso ai pensionati in difficoltà, agli invalidi a cui va aumentato in ogni modo il grado di tutela, e anche a chi privo di reddito ha figli minori di cui farsi carico. A loro non sarà negato il doveroso aiuto dello Stato. Ma per gli altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo». Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni alla Camera.
«Perchè per come è stato pensato e realizzato, il rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia», aggiunge.
"Il sistema pensionistico garantisca i giovani"
«La priorità per il futuro sarà un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera, aggiungendo che è «una bomba sociale che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori, che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli già inadeguati che si percepiscono attualmente».
"Istruzione al centro, puntiamo su capitale umano"
«Serve colmare il grande divario esistente tra formazione e competenze richieste dal mercato del lavoro, con percorsi formativi specifici, certamente, ma ancora prima grazie a una formazione scolastica e universitaria più attente alle dinamiche del mercato del lavoro». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera. «L'istruzione - aggiunge - è il più formidabile strumento per aumentare la ricchezza di una nazione, sotto tutti i punti di vista. Il capitale materiale non è nulla senza capitale umano. Per questo la scuola e l’università torneranno centrali nell’azione di governo, perché rappresentano una risorsa strategica fondamentale per l’Italia, per il suo futuro e i suoi giovani».
"Non limitereremo mai i diritti esistenti"
«Diceva Montesquieu che «La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene». La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni».
"Mai simpatie per regimi autoritari, fascismo compreso"
«Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso».
"Migranti: diritto asilo ma no partenze illegali"
«Non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Il nostro obiettivo è impedire che sull'immigrazione l’italia continui a farsi fare la selezione in ingresso dagli scafisti».
"In prima linea contro cancro il mafioso"
«La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell'eroe». «Affronteremo il cancro mafioso a testa alta», in «prima linea», come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio». I criminali avranno disprezzo e inflessibilità.
Calenda: bene la Meloni sul reddito, il resto è fuffa
«Il discorso di Giorgia Meloni è una infinita lista della spesa condita con quintali di retorica ma nessuna traccia sul 'comè fare le cose. Nessuna scelta o idea di paese. E’ tutto un 'ma anchè. Sembrava un intervento di Conte, altro che rivoluzione sovranista. Una noia mortale. Altro che allarme democratico, qui c'è un concreto rischio di galleggiamento. Vaghi accenni su politica energetica, poco o nulla su scuola, cultura e sanità. Bene sul reddito di cittadinanza e posizionamento internazionale dell’Italia. Bella la parte sulle donne. Il resto è fuffa». Lo scrive il segretario di Azione, Carlo Calenda, su Twitter.
Speranza: forse Meloni ha paura di scontentare i no vax?
«Il modello italiano ha messo sempre al centro la tutela del diritto alla salute e la centralità dell’evidenza scientifica. Spiace che Meloni non sia uscita ancora dalla campagna elettorale. Neanche una parola sui vaccini che sono stati il fattore fondamentale per chiudere la fase più dura. Ha forse ancora paura di scontentare i no vax che la hanno votata?» E’ la replica a caldo dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza al termine del discorso della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel passaggio che ha riguardato la pandemia e del modello definito 'restrittivò contro il Covid.
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Alle 13 riprenderà la seduta alla Camera con la discussione generale che proseguirà fino alle 17. Le repliche di Meloni sono previste tra le 17 e le 17,30. Dalle 17,30 e fino alle 19 si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. Infine, la "chiama" avrà inizio dalle 19. L’esito del voto di fiducia è atteso intorno alle 20-20,30. E’ il timing della fiducia al governo, stabilito dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio per la giornata di domani, martedì 25 ottobre.
Dopo la fiducia entrerà nel vivo anche la partita del sottogoverno
Non è escluso che una riunione ad hoc del Consiglio dei ministri si tenga nel fine settimana. Intanto Fratelli d’Italia dovrà procedere alla sostituzione dei due capigruppo Lollobrigida e Ciriani che sono entrati nel governo. In Fdi la trattativa sui sottosegretari non è ancora avviata. Fazzolari dovrebbe avere un ruolo nell’esecutivo con la delega all’Attuazione del programma. La delega ai Servizi dovrebbe andare al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano. Per Fratelli d’Italia si fanno, tra gli altri, i nomi di Cirielli (possibile agli Interni), Delmastro (alla Giustizia), Frassinetti (Istruzione).
Nelle ripartizioni tra i vari partiti Fdi punterebbe a dare, rispetto alla Lega, più spazio a Forza Italia, penalizzata nella composizione del governo. Per quanto riguarda il partito di via Bellerio Salvini coi suoi ha parlato di una decina tra sottosegretari e vice ministri. Nel governo dovrebbero esserci Freni (Mef), Rixi (Infrastrutture), Durigon (Lavoro), Molteni (Interni), Marrone (Giustizia), Gava (Mite), Borgonzoni (Cultura) e Morelli (Mise). Il segretario leghista poi potrebbe preferire esponenti veneti, come Bitonci e Ostellari, dopo lo "squilibrio regionale" nella squadra dei ministri, tutti e cinque lombardi (anche se il presidente leghista della Camera è veneto). Per quanto riguarda FI la lista è lunga: Barelli (Interno) e Sisto (Giustizia) potrebbero diventare vice ministri. Possibile ruolo di primo piano anche per Mandelli (Salute). Tra i candidati ad un posto di sottosegretario Battistoni, Valentini, Siracusano, Gregorio Fontana, Bergamini e Miccichè.
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